Firenze ospita a Palazzo Strozzi, per la prima volta in Italia, una retrospettiva dedicata all’artista cinese Ai Weiwei. La mostra, curata da Arturo Galansino, offre una panoramica sull’intera carriera di una delle più rilevanti figure intellettuali dei nostri giorni.
Ai Weiwei. Libero
È il nome della grande mostra dedicata all’impegno dell’artista che lotta, e ha lottato, per il riconoscimento della libertà di espressione nel suo paese.
L’attivismo di Ai Weiwei è finito nel mirino del governo cinese, costando all’artista un arresto nel 2011 per 81 giorni, ma non solo: l’artista è stato segregato, torturato e per quattro anni non ha potuto disporre del passaporto personale, confiscatogli dalle autorità. La denuncia attraverso le sue opere, contro la corruzione e il mancato rispetto dei fondamentali diritti umani, è valsa ad Ai Weiwei il prestigioso titolo di ‘Ambassador of Conscience’, conferito da Amnesty International. “Ospitare una simile retrospettiva qui a Firenze significa pensare alla città come a una moderna capitale culturale, non soltanto legata alle vestigia del proprio passato ma finalmente in grado di partecipare in modo attivo all’avanguardia artistica del nostro tempo” spiega in un comunicato stampa, il direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, Galansino.
Cosa dobbiamo aspettarci dalla mostra
Il rinascimentale palazzo fiorentino è letteralmente invaso da nuove produzioni site-specific che ne percorrono l’intera area. L’esposizione è articolata in un percorso di installazioni monumentali, sculture e video, dal periodo newyorkese fino ai più recenti ritratti di dissidenti politici assemblati in LEGO. Un allestimento unitario fatto di materiali di recupero, come biciclette o sgabelli, o come i 22 gommoni che, disposti in fila sulla facciata del palazzo, provocano sgomento e riflessione sulla tragedia dei migranti del Mediterraneo. Info utili: è possibile visitare la retrospettiva dal 23 settembre fino al 22 gennaio, dalle ore 8 alle 20 e fino alle 23 il giovedì.