Lo Stato italiano sta continuando a rifinanziare il debito pubblico ottenendo dei grossi risparmi, in termini di spesa per interessi, rispetto agli anni più bui della crisi finanziaria ed economica quando lo spread Btp-Bund sulla curva a dieci anni era schizzato alle stelle. La conferma in merito è arrivata ancora una volta dalle aste di titoli di Stato che vengono programmate dal dipartimento del Tesoro del Mef, il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Quella dei Ctz del 25 giugno del 2014 si è non a caso conclusa con rendimenti al nuovo minimo storico dall'introduzione della moneta unica. Nel dettaglio, il Tesoro ha collocato agevolmente 2,5 miliardi di euro di Certificati di Credito del Tesoro Zero Coupon, con la scadenza nel mese di aprile del 2016, offrendo un rendimento medio pari ad appena lo 0,591% rispetto allo 0,786% rilevato nella precedente asta di Ctz.
E se lo Stato sorride, di certo il risparmiatore piange visto che i titoli italiani sulle brevi scadenze, al netto della ritenuta fiscale applicata sugli interessi lordi, e delle commissioni di negoziazione richieste dalle banche, sostanziamente offrono un rendimento sul filo dello 0%.
Questo è a conti fatti il 'prezzo' da pagare, in questo momento, considerando che i mercati sono tornati a credere nell'Italia anche in ragione della ritrovata stabilità politica unitamente ai progetti dell'attuale Premier di procedere con l'approvazione di tutte quelle riforme strutturali che non sono state fatte negli ultimi 20 anni.