Giungono importantissime novità in merito all’opzione contributivo donne; sino a qualche tempo fa sembrava che il governo avesse totalmente dimenticato l’intervento del quale necessitava l’istituto, ma le parole pronunciate dal Ministro Madia hanno finalmente contribuito a riaccendere l’attenzione sull’argomento.
Entriamo subito nel dettaglio di quanto dichiarato dal ministro Madia in tema di opzione contributivo donne, dopo di che compiremo una breve digressione esaminando meccanismo di funzionamento dell’istituto, platea di possibili fruitori e vantaggi derivanti dal suo utilizzo.
Opzione contributivo donne, novità Madia e proroga in vista
Dettaglieremo più in là il funzionamento dell’opzione contributivo donne, per il momento ci limitiamo a sottolineare che si tratta di un istituto che consente alle lavoratrici di accedere al pensionamento anticipato raggiunti i 57 o 58 anni d’età più 35 di contributi; in linea teorica, la possibilità di fruire dell’istituto scadrebbe nel 2015, ma per via del meccanismo delle finestre in molte sono già giunte alle ultime settimane utili per poter fare domanda.
Il problema si era già palesato durante il governo Letta, quando le Commissioni Lavoro di Camera e Senato si impegnarono ad attuare nel più breve tempo possibile una proroga dei termini per poter inoltrare domanda; la manovra non è stata compiuta per via del cambio di governo, ma l’esecutivo Renzi si è immediatamente impegnato a mantenere fede alla ‘promessa’ dando corso alla tanto attesa proroga.
Nonostante l’impegno assunto, il governo Renzi in questi mesi non è mai intervenuto sull’argomento, almeno sino alla scorsa settimana, quando il ministro Madia ha finalmente parlato di una possibile proroga, sottolineando come il provvedimento arriverà in tempi brevi subito dopo le elezioni.
Andiamo allora ad approfondire il meccanismo di funzionamento dell’opzione contributivo donne, cercando di capire a chi si rivolge, come funziona e che vantaggi può portare.
Opzione contributivo donne: cos’è, come funziona e che vantaggi porta
Stante il combinato disposto dell’art. 1, comma 9, legge 243 del 2004, l’opzione contributivo donne rappresenta un regime sperimentale ideato per sole lavoratrici donne che consente loro di andare in pensione raggiunti 57 anni d’età (58 per le lavoratrici autonome) più 35 di contributi, il tutto a fronte di assegni pensionistici decisamente decurtati rispetto al calcolo effettuato con il metodo contributivo.
Possono fruire dell’opzione contributivo donne tutte le lavoratrici con anzianità contributiva di almeno 18 anni al 31 dicembre 1995 che non abbiano già maturato i requisiti per accedere alla pensione di anzianità entro il 31 dicembre 2007 e quelle con anzianità contributiva inferiore a patto che non abbiano già esercitato in passato il diritto di opzione e utilizzo del contributivo.
Rammentiamo infine che le lavoratrici in mobilità lunga e quelle autorizzate ai versamenti volontari entro il 20 luglio 2007 non possono accedere all’opzione contributivo donne.
I vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’opzione contributivo donne sono in sostanza riassumibili nel sensibile anticipo col quale è possibile accedere al pensionamento (come accennato bastano 57 o 58 anni di età), mentre lo svantaggio principale coincide con l’ammontare dell’assegno, decisamente decurtato rispetto a quello cui si avrebbe diritto col retributivo (il picco massimo di decremento è del 20% circa).