Riformare la vecchia Legge Fornero contenuta nel Decreto Salva Italia del Governo Monti, sembra ormai un miraggio. Aumentano ancora di più le aspettative di migliaia e migliaia di lavoratori italiani che dal 2011 sono attanagliati dalle norme che hanno cambiato radicalmente il sistema previdenziale italiano. Gli italiani si aspettano fatti concreti e non più le solite proposte di cambiamento della Legge Fornero che ogni giorno giungono sui tavoli del Governo.

Cosa che per ora sembra restare inosservata, visto che per l'esecutivo risulta maggiormente impegnato sulla riforma del mercato del lavoro. Come dichiarato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Poletti, la maggiore priorità sono i decreti attuativi del Jobs Act, infatti, il 12 febbraio le commissioni Lavoro sia della Camera che del Senato saranno chiamate ad esprimere i propri pareri.

Con molta probabilità il delicato tema sulle Pensioni sarà riaperto nella prossima primavera deludendo ancora una volta le aspettative dei lavoratori. Sono numerosi i buchi lasciati dalla legge varata dall'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.

Infatti, è stata allungata l'età pensionabile, è stata abolita la pensione di anzianità ed è stato introdotto il metodo contributivo. Le categorie che in modo particolare risentono degli effetti della riforma, sono gli esodati che non solo sono rimasti senza un lavoro ma si sono ritrovati senza una copertura pensionistica e i Quota 96 che pur avendo maturato i requisiti necessari per l'accesso alla pensione, non hanno potuto usufruire di nessun trattamento pensionistico perché l'ex ministro Fornero non ha tenuto conto della peculiarità del calendario scolastico.

Alle suddette categorie vanno aggiunte le nuove generazioni che tuttora rischiano di ritrovarsi senza un futuro previdenziale. Infatti, i giovani fanno sempre più fatica ad entrare nel mondo del lavoro visto che il pensionamento di molti lavoratori risulta ancora lontano.

Si continua a registrare un alto tasso di disoccupazione in Italia, dovuto al fatto che mentre molti lavoratori con età avanzata continuano a lavorare, i giovani al di sotto dei 25 anni, si ritrovano privi di un'occupazione. È questo motivo che molto probabilmente ha spinto il senatore del PATT Franco Panizza, a proporre il cosiddetto ricambio generazionale al fine di favorire l'uscita dei lavoratori avanti con l'età, riducendo loro l'orario di lavoro e quindi, lasciando spazio ai più giovani. Secondo Panizza, è questo l'unico strumento che potrebbe essere utilizzato per favorire l'occupazione tra le nuove generazioni consentendo loro di costruirsi un futuro previdenziale.