Procede come fosse sostenuto da un moto perpetuo il dibattito relativo a pensione anticipata 2015 e prepensionamento; attuali protagonisti di un contesto comunque in profondo fermento sono il ministro del lavoro Giuliano Poletti e il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che per opposti motivi si ritrovano al centro della scena. Il ministro per via della mancate promesse, il numero uno del Carroccio per l'impeto e la foga con le quali ormai da settimane si scaglia contro la Legge Fornero dicendosi più che mai pronto a lottare perché venga cancellata.

Se Poletti, attendista e calcolatore, e Salvini, istintivo e deciso, paiono agli estremi, nel mezzo continua a persistere una situazione di assoluta emergenza certificata anche dall'OCSE, che in occasione dell'ultimo rapporto stilato in vista della Festa dell'8 marzo ha evidenziato la precaria situazione previdenziale delle lavoratrici donne rispetto ai colleghi uomini. Una prova ulteriore insomma di come il contesto di riferimento vada assolutamente modificato: da questo punto di vista reggono sempre le tre proposte firmate Cesare Damiano, vediamo quali.

Pensione anticipata 2015 e prepensionamento, Poletti, OCSE e Salvini: le tre proposte - Situazione di difficile lettura

Come sottolineato in apertura, parlando di pensione anticipata 2015 e prepensionamento non si può non dar conto di un clima rovente che si è andato ulteriormente surriscaldando nel giro di poche ore. Prima gli appelli dei sindacati che invocano quei tavoli di concertazione che il ministro Poletti ha più volte promesso, poi la manifestazione della Lega Nord con Salvini a chiedere a gran voce la cancellazione della Legge Fornero, nel mezzo lei, Elsa Fornero, che difende il proprio provvedimento e i benefici che ha arrecato al nostro paese. Le prove del fatto che il sistema previdenziale non può più reggere così com'è paiono all'opposto plurime, con il rapporto OCSE ad offrire l'ennesima conferma: il divario tra i trattamenti previdenziali percepiti da uomini e donne si attesta solitamente su una media del 28%, ma in Italia si va ben oltre questo dato, una situazione causata da retribuzioni minori e dalla maggior quantità di contratti di lavoro parti-time sottoscritti dalle donne rispetto ai colleghi uomini.



Tornando a pensione anticipata 2015 e prepensionamento rimangono tre le ipotesi di riforma più probabili: concessione del pensionamento a quota 62 anni di età più 35 anni di contributi con penalizzazioni massime all'8%, uscita fissata a quota 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica di riferimento e configurazione di Quota 100 intesa come somma tra età anagrafica e età contributiva. Si tratta di tre proposte figlie del ddl Damiano che vengono però appoggiate solo da una parte del PD: l'impressione è che una svolta reale e concreta si potrà avere solo quando sindacati, parti sociali e forze politiche si siederanno attorno ad un tavolo per discutere le tre ipotesi, dibattiti a distanza, polemiche e diatribe verbali hanno già abbondantemente dimostrato di non condurre da nessuna parte. Staremo a vedere, se desiderate rimanere aggiornati sui prossimi sviluppi vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' in alto a destra.