Si è fatto un gran parlare, in questi ultimi tempi, del nuovo ruolo dei presidi, secondo quanto previsto dalla riforma della Buona Scuola firmata Matteo Renzi. A questo proposito, è interessante cercare di capire che cosa cambierà, secondo quanto contenuto negli emendamenti presentati dal Partito Democratico che modificheranno, in maniera sostanziale, i compiti e le responsabilità dei dirigenti scolastici.

Il nodo cruciale della discussione (nonchè uno dei punti cardine dello sciopero del personale della scuola del prossimo 5 maggio) è rappresentato dai 'super poteri' che il governo conferirebbe nelle mani dei presidi. Andiamo a scoprire, nei particolari, quali saranno queste novità sostanziali. 

Comitato di valutazione dei docenti e chiamata diretta: le novità

L'emendamento più importante del ddl in discussione in Parlamento è, senz'altro il 7.1008 che riguarda il comitato di valutazione dei docenti. Da chi sarà composto? Oltre al dirigente scolastico, tale comitato vedrà la presenza di due docenti e di due genitori, tranne che negli Istituti secondari di secondo grado dove, al posto di uno dei genitori, verrà chiamato uno studente.

Il preside si incaricherà di esporre una relazione in merito ad ogni docente soggetto a valutazione: il comitato, poi, verrà a chiamato ad esprimere il proprio parere e questo varrà anche per quanto riguarda la scelta degli insegnanti dagli albi regionali (l'altrettanto contestata 'chiamata diretta').

In pratica, il dirigente scolastico potrà scegliere chi gli pare e piace, previa consultazione del comitato di valutazione, il cui parere, però, non risulterà vincolante per la decisione finale. 

Staff dei docenti: che cosa cambia rispetto al testo originale del ddl

Un'altra novità è rappresentata dalla composizione dello staff che, originariamente, doveva essere composto da tre insegnanti e che, invece, ora sale sino al dieci per cento dei docenti in servizio: anche in questo caso, l'organico dello staff verrà scelto dal preside e a tutti coloro che ne faranno parte verranno attribuiti dei benefici in termini economici, secondo il ben conosciuto principio della 'meritocrazia' (altra 'spina nella carne' degli insegnanti).

Stipendi dirigenti scolastici: ecco la proposta

Veniamo al dunque, alla 'vulgar pecunia', ovvero allo stipendio dei dirigenti scolastici. Maggiori responsabilità significa aumento della retribuzione ed anche questo punto è stato fortemente criticato dagli insegnanti e sta creando non poco malumore, soprattutto perchè di aumenti di stipendi per i docenti proprio non se ne vuol parlare. I presidi vedranno aumentata la propria retribuzione di circa 500 euro mensili. Non è finita qui, perchè l'emendamento N. 7.1013, presentato solo da alcuni esponenti del Partito Democratico (Rocchi, Carocci e Mazzoli) prevede anche il versamento di un'indennità una tantum pari a 7500 euro annue, limitatamente, però, al 2016, ovvero l'anno in cui la nuova riforma della Scuola di Matteo Renzi entrerà ufficialmente in vigore.