Sulle pagine del noto sito internet di informazione scolastica, Orizzonte Scuola, è stata pubblicata un'intervista a Bruschi, ispettore del Miur oltreché consigliere dell'ex ministro Gelmini. Il suo intervento è stato molto preciso e circostanziato, ricco di riferimenti normativi, ma, nonostante l'impostazione "tecnica", non ha convinto i diritti interessati. Le questioni fondamentali che sono state trattate riguardano il metodo di reclutamento contenuto nel ddl di riforma scuola 2015 di Renzi-Giannini e soprattutto il periodo di transizione tra un modello e l'altro.

Le idee di fondo sono le seguenti: estrema fiducia nelle procedure concorsuali e nel concorso scuola 2015 da bandirsi, necessità di una disciplina transitoria con possibilità di bando di nuovi corsi abilitanti TFA e una maggiore razionalizzazione nei tempi delle immissioni in ruolo.

Le criticità del discorso di Bruschi sulla riforma scuola 2015

Il primo nodo della riforma scuola 2015 di Renzi-Giannini analizzato da Bruschi riguarda il concorso scuola 2015. Per l'ispettore si tratta di un'importante trasformazione del modello attuale verso una procedura di corso-concorso che sarebbe la più auspicabile: niente più doppio canale e un sistema regolare di immissioni in ruolo.

Per i docenti che si sono trovati ad abilitarsi in un periodo "non favorevole", cioè coloro che, spendendo quasi 3mila euro, hanno ottenuto l'abilitazione TFA e PAS, dovrebbero trovarsi ad accettare la nuova disciplina nella misura in cui restituirebbe al sistema scolastico italiano una procedura univoca e regolare. Dal punto di vista tecnico non conta in che modo sia stata ottenuta l'abilitazione (TFA, PAS o all'estero) ma il procedimento di corso-concorso che è l'unico che può assicurare la regolarità e la sostenibilità del sistema. È chiaro che chi è in possesso di laurea, nel periodo di transizione dal vecchio al nuovo modello, deve avere la possibilità di abilitarsi: dunque, sarebbe auspicabile un altro ciclo di TFA.

Sulla questione dell'apprendistato, Bruschi risponde citando la complessa articolazione giuridica dell'istituto, non analizzando le conseguenze politiche sollevate dai sindacati: e cioè il travestimento del taglio alle supplenze attraverso un sistema che paga molto meno l'apprendista rispetto ad un docente chiamato in quel ruolo.

Le ragioni di Bruschi non convincono il mondo dei precari soprattutto perché chi si troverà a non vincere il concorso scuola 2015, pur avendo ottenuto l'abilitazione con sacrifici economici ed esistenziali e superando prove e corsi, non potrà accedere al ruolo e neanche alle supplenze, che di fatto scompariranno - tale categoria di insegnanti si troverà a dover cambiare mestiere o attendere altri anni prima del concorso successivo: l'età media è tra i 30 e i 40 anni e si tratta di docenti con alta professionalizzazione.

Mobilitazione contro la riforma scuola 2015 di Renzi-Giannini

Intanto, la rete della conoscenza ha rinfocolato la mobilitazione contro la riforma scuola 2015 di Renzi-Giannini: le proposte sono chiare, piano pluriennale di immissione in ruolo che comprenda i docenti abilitati TFA e PAS e soprattutto un concorso scuola 2015 per neolaureati e non abilitati. La mobilitazione procederà mediante alcune iniziative lanciate dalla pagina Facebook " #ORAPARLOIO, LA BATTAGLIA CONTINUA!".

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