Non solo il mondo della scuola è in fermento ma lo sono anche i farmacisti italiani, assieme ai dipendenti dei pubblici servizi, aziende, turismo e altri reparti, protagonisti loro malgrado di un contratto nazionale scaduto, tutti insieme per aderire a uno sciopero di settore del 6 maggio 2016, che riunirà tanti lavoratori colpiti dalle posizioni di chiusura delle associazioni, in grado di bloccare il rinnovo dei contratti.

Gli interessati accusano un sistema colpevole di ridurre i livelli occupazionali, ricorrendo qualche volta a degli escamotage per pagare meno i laureati. Come se non bastasse, spiega il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, la facoltà di Farmacia potrebbe diventare a numero chiuso, con il pretesto della crisi occupazionale. Il settore farmacia si troverebbe in una condizione di 'monopolio di stato', la quale vincolerebbe la possibilità di svolgere liberamente la professione e la liberalizzazione dei 'medicinali di fascia C'. 

MNLF: sì all'adesione sciopero venerdì 6 maggio

Per il MNLF, la condizione di blindare l'accesso alle facoltà e osteggiare le assunzioni è una scelta miope e insensata, un viaggio all'indietro che a priori abbandona la possibilità di affrontare e migliorare le problematiche iniziali. Il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti bacchetta i datori di lavoro e quella retribuzione pari alle 7,20 euro all'ora, attuale e umiliante salario percepito da un laureato dopo un intricato percorso di formazione professionale.

In molti si domandano se è veramente questa l’Italia celebrata dal governo del premier Renzi, impegnato in prima linea a non far espatriare dal paese i nostri giovani laureati, la cui formazione universitaria è stata assicurata anche dal denaro pubblico. L'adesione allo sciopero di venerdì 6 maggio da parte del MNLF, nasce quindi per dire basta ai contratti nazionali scaduti, all'abuso professionale, fino alla possibilità del numero chiuso delle facoltà. Concludendo, l'associazione è convinta che occorra indurre Federfarma a un inizio di contrattazione, declinando ogni tipo di forma di ricatto collegata al Ddl concorrenza, oppure al rinnovo dell'accordo. Pensare di non rinnovare i contratti nazionali del lavoro - ha continuato l'associazione è deludere le aspettative dei lavoratori. Come ha spiegato il MNLF, è bene che il Ministro della salute Lorenzin capisca che i farmacisti italiani non sono rappresentati né da Ornella Barra e tanto meno da Federfarma.