Le novità sulle pensioni aggiornate ad oggi 8 giugno ci ripropongono un Cesare Damiano protagonista a tutto tondo. L'esponente dem, alla luce dei risultati delle elezioni amministrative, con focus a Torino, fornisce preziosi consigli al governo Renzi. Per il parlamentare del Partito democratico la riforma Pensioni è necessaria e non più rinviabile. Avanti dunque con la flessibilità in uscita, uno dei temi di maggiore interesse del nuovo confronto tra sindacati e governo del prossimo 14 giugno.

E non solo. 

Flessibilità e rivalutazione

Le ultime notizie sulle pensioni riportano l'attenzione non soltanto sulla flessibilità in uscita ma anche sulla rivalutazione delle pensioni, altro concetto chiave per una riforma pensioni convincente da ogni punto di vista. A sostenerlo è Cesare Damiano, non soddisfatto, così come il presidente del Consiglio, del risultato ottenuto dal Partito democratico alle ultime elezioni amministrative. I punti su cui ripartire, secondo l'ex ministro del Lavoro, sono essenzialmente due: lavoro e previdenza. 

La modifica della legge Fornero impone l'introduzione della pensione anticipata.

Una modifica richiesta più volte dal parlamentare di sinistra, così come dai lavoratori. Qualche giorno fa Damiano ha ricordato i paletti fissati nella sua proposta di legge numero 857: anticipo fino a quattro anni e 2 per cento di penalizzazione per ogni anno. Una strada che l'esecutivo a maggioranza Pd sembra non voler percorrere. Ape, anticipo pensionistico, è ben altra cosa. 

Nell'intervento di ieri il presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati non ha ricordato i lavoratori precoci, a differenza di quanto aveva fatto subito dopo i risultati del voto del 5 giugno. Un segno tangibile di come il politico abbia a cuore (solo lui?) la questione. D'altronde è rimasto il solo a parlare di questa specifica categoria, un segnale di certo non rassicurante per tutte quelle persone che, oltre alla pensione anticipata, vorrebbero vedere riconosciuti i propri diritti. 

La legge Fornero e l'attuale situazione economica porta ad un'altra riflessione prettamente sociale, quella relativa alla rivalutazione delle pensioni minime.

È la seconda volta nel giro di due giorni che Damiano spinge su tale tema. A fine maggio lo stesso Ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva aperto alla possibilità di un intervento in questa direzione da parte del governo, facendo riferimento al bonus degli 80 euro per gli assegni previdenziali più bassi. 

La questione rimane aperta. Il secondo confronto organizzato per il 14 giugno chiarirà le idee a molti. In primis ai lavoratori precoci. Se i sindacati infatti non porteranno sul tavolo della riunione il problema che affligge migliaia di italiani, costretti a maturare oltre 41 anni di contributi a causa dell'attuale legge Fornero (e aspettativa di vita) per andare in pensione, probabilmente le speranze di vedere nella Legge di Stabilità una misura capace di risolvere il problema saranno spente del tutto. 

Sempre il 14 giugno ci saranno le prime risposte su come la maggioranza intenda la flessibilità in uscita.

Di fondamentale importanza la presenza di Tommaso Nannicini al tavolo di confronto, il "padre" di Ape, come sottolineato da Matteo Renzi in più di un'occasione. Flessibilità e rivalutazione delle pensioni, temi cari tanto a Cesare Damiano quanto ai sindacati. Sei giorni per saperne di più.