I lavoratori che andranno in pensione nel 2025 subiranno una riduzione dell'assegno a causa della variazione dei coefficienti di trasformazione. La manovra 2025 ha infatti previsto, per il biennio 20252026, una modifica al ribasso dei coefficienti, che determinano l'importo della pensione in base al montante contributivo accumulato negli anni di versamento dei contributi. Sul tema è intervenuto Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil.

Cigna, Cgil: 'Le pensioni 2025 si riducono del 2%'

Il coefficiente di trasformazione per chi va in pensione a 67 anni scende da 5,723% a 5,608%.

Questa variazione implica che un lavoratore che va in pensione nel 2025, a parità di contributi versati, avrà un assegno inferiore rispetto a chi è andato in pensione nel 2024.

Secondo le stime elaborate dalla CGIL, commentate da Cigna, un lavoratore che guadagna circa 30.000 euro lordi l'anno che va in pensione nel 2025 "avrà una pensione più bassa di circa 25 euro al mese (pari al 2%), ovvero oltre 326 euro all'anno, che diventano oltre 5.000 euro durante il periodo di pensionamento".

Le motivazioni della riduzione

La decisione di abbassare i coefficienti è legata a un aumento dell'aspettativa di vita e alla necessità di allineare le Pensioni con l'andamento economico e demografico. Come spiega Cigna: "i coefficienti vengono rivisti con cadenza biennale in base alle variazioni delle aspettative di vita.

Un aumento della speranza di vita comporta quindi una diminuzione dei coefficienti, riducendo automaticamente l'importo delle pensioni".

Le nuove regole interesseranno tutti i lavoratori che andranno in pensione dal 2025 in avanti, con effetti particolarmente significativi per coloro che hanno avuto la prima assunzione dopo il 1995, vale a dire in totale regime contributivo, certificando, sostiene ancora Cigna "l’iniquità di un sistema previdenziale che, in caso di allungamento dell’aspettativa di vita, comporta ricadute doppie: si allunga il traguardo pensionistico e si abbassano i coefficienti di trasformazione”.

Novità pensioni nella manovra 2025

La manovra 2025, oltre alla riduzione dei coefficienti di trasformazione, ha stabilito anche la proroga di alcune misure di flessibilità in uscita che consentono ai lavoratori di andare in pensione anticipatamente con requisiti specifici:

  • Quota 103, che consente ai lavoratori di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma con la limitazione rappresentata dal calcolo fatto interamente con il metodo contributivo, il che comporta una significativa riduzione dell’assegno pensionistico;
  • Ape Sociale [VIDEO], una misura che permette l'accesso anticipato alla pensione per categorie specifiche di lavoratori (disoccupati, lavori gravosi, caregiver) che abbiamo maturato 30-35 anni di contributi, a seconda della categoria. Questa misura fornisce un supporto nel limite massimo di 1.500 euro lordi per 12 mensilità, fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia;
  • Opzione Donna, che consente alle donne appartenenti a categorie specifiche, come caregiver o donne invalide con una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%, di andare in pensione anticipatamente con 61 anni di età e 35 anni di contributi, con possibilità di riduzione dell'età in base al numero di figli (un anno per ciascun figlio, fino a un massimo di due). Anche in questo caso, l'assegno pensionistico sarà calcolato interamente con il sistema contributivo.