L'esito del tavolo del 23 giugno non è stato certo quello auspicato dai tanti lavoratori precoci in attesa di quei provvedimenti da tempo annunciati e non ancora attuati. Tra questi senz'altro quello della famigerata Quota 41, solo un accenno nel mezzo di quel fiume di parole che ha travolto in pieno tutti gli interessati al dibattito. Di fatto, la lunga serie di incontri (per ora solo interlocutori) non ha portato a conclusioni concrete e, così come ammette Barbagallo, il percorso verso una Riforma che contenti tutte – o quasi – le categorie si può ben definire impervio.
"Siamo alla ricerca di soluzioni", asserisce il segretario generale UIL, e continua: "Non possiamo limitarci a far passare l'APe. Resterebbe irrisolta, tra le altre, la questione precoci e Quota 41".
Trattamenti minimi...
Uno dei temi più caldi degli ultimi tempi è come sappiamo il prospettato aumento delle Pensioni minime. Notizia recente quella della consegna della petizione firmata contenente la suddetta richiesta al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Nannicini, prontamente commentata dall'ANP ClA in quanto iniziativa necessaria volendo richiamare l'attenzione del Governo nei confronti dei milioni di anziani che versano in condizioni indegne.
Se la domanda, così come si auspica, troverà spazio nel corso dei prossimi faccia a faccia, un bonus di matrice analoga a quella degli 80 euro potrebbe essere arrangiato.
...e pensioni d'oro
Sulla scia del referendum britannico, uno degli esponenti più in vista del Movimento 5 Stelle ha già annunciato in Parlamento la volontà recondita di un taglio (quasi) netto alle cosiddette pensioni "d'oro".
Il taglio ammonterebbe ad addirittura l'80% degli assegni in questione, per il deputato grillino Di Battista un provvedimento più che giusto: "Tanti sono i politici (o politicanti) che, in barba alla democrazia, hanno investito indebitamente la loro persona di privilegi su privilegi. È ora di toglierglieli".
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