I risultati dei trasferimenti della mobilità 2016/17 attesi da molti, non hanno dato i risultati sperati: i docenti denunciano sui social errori, mancanza di trasparenza e al Sud sono previsti veri e propri esodi. Molti insegnanti ritengono che il loro trasferimento sia frutto di un errore e chiedono al Miur trasparenza per quanto riguarda l'algoritmo utilizzato dal cervellone elettronico.

Puglia, Campania e Sicilia sembrano essere al momento le zone più colpite dagli 'esodi' di massa, ma di certo gli stessi problemi li incontrano docenti di altre regioni. Cattedre a migliaia di chilometri di distanza per docenti con famiglia o non più giovanissimi, dopo anni e anni di precariato nelle proprie zone. Tra le stranezze, il Coordinamento Nazionale Docenti Fase C ha denunciato la disparità ingiusta tra le pubblicazioni dei vari uffici territoriali. Alcuni hanno indicato la fase della mobilità a cui il docente appartiene, mentre altri pretendono una richiesta di accesso agli atti per comunicare l'informazione e permettere ai docenti di verificare la correttezza del movimento.

Un caos che procura rabbia e sconforto, non certo i sentimenti giusti per iniziare un nuovo lavoro e un anno scolastico a contatto con i nostri studenti. Ma a tutto questo va ad aggiungersi il fattore economico.

Soldi e mobilità 2016/17: stipendio insufficiente per gli 'esodati'

Ma la mobilità 2016/17 potrebbe comportare disagi economici non indifferenti per i docenti coinvolti in trasferimenti lontano da casa. Come fa notare un lettore di Orizzonte Scuola, lo stipendio mensile di un insegnante non potrà mai coprire le spese di soggiorno, soprattutto per chi ha figli che devono andare al nido privato. Solo tra affitto e asilo nido si spenderebbe intorno ai 1200/1300 euro al mese, praticamente l'intero stipendio.

Come si dovrebbe vivere e sostenere tutti i costi? Una categoria da sempre criticata perché considerata "privilegiata" (ingiustamente) per tre mesi di vacanza estivi, si ritrova a essere fra le più povere del Paese. Una proposta fatta è quella di agevolare tali docenti nelle spese di affitto e trasferimento, ma per quante agevolazioni ottengano, sarebbero sufficiente a permettere di vivere una vita normale? La Buona Scuola continua a fare acqua da tutte le parti, mentre il Miur tace.

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