E' una guerra interna al partito del presidente Renzi, quella che è andata in scena alla commissione bilancio della camera dei deputati. Nella fase di discussione degli emendamenti sulla legge di bilancio per il 2017, lo stesso pd dichiara clamorosamente inammissibile gli emendamenti presentati dagli onorevoli Mongiello (Partito Democratico), Binetti (Area Popolare), Cera (Unione di Centro) e Cimbro (Partito Democratico).

Insomma la maggioranza va contro se stessa causando non pochi malumori tra i deputati firmatari degli emendamenti presentati.

Gli emendamenti presentati dal Pd, Ap e UDC

Gli emendamenti presentati dai deputati di maggioranza e dallo stesso partito del premier Matteo Renzi, riguardavano la possibilità di assicurare la continuità delle funzioni dirigenziali, eliminare il ricorso all'istituto delle reggenze attraverso l'estensione dei diritti riconosciuti dalla legge 107/2015, (Buona Scuola) ai soli ricorrenti del concorso a dirigente scolastico del 2004 e del 2006 e soltanto per chi ha superato la prova preselettiva ed ha un ricorso pendente in essere per quanto riguarda il concorso a dirigente scolastico del 2011, limitando così il numero a soli 700 unità in tutta Italia.

Non si riesce appunto a capire come mai il governo si ostini in questo braccio di ferro, entrando ancora una volta in fibrillazione con il mondo della scuola e nello specifico con chi guida gli istituti scolastici, nonostante sia evidente una clamorosa disparità di trattamento tra casi uguali.

Gli emendamenti dichiarati ammissibili

Di contro la stessa commissione bilancio dichiara ammissibile due emendamenti della commissione cultura, uno riguarda la possibilità di partecipare al primo corso-concorso bandito successivamente all'entrata in vigore della manovra finanziaria e prevede l'ammissione a sostenere la prova scritta (senza partecipare alla prova preselettiva) per chi ha partecipato al concorso a dirigente scolastico nel 2011 ed abbia superato almeno una prova d'esame accompagnata da una sentenza favorevole (almeno al primo grado).

Il secondo emendamento invece, prevede che limitatamente al corso-concorso bandito successivamente all'entrata in vigore della legge di bilancio, "le assunzioni a tempo indeterminato dei vincitori hanno luogo anche nel corso dell'anno scolastico ed entro il 31 dicembre". Da questo ne consegue che la decorrenza giuridica coinciderà con l'anno scolastico, invece quella economica con la presa di servizio, insomma un bel modo per risparmiare soldi a danno dei dirigenti scolastici che subiscono oltre al danno la beffa.

Malumore tra i ricorrendi e il referendum è alle porte

Ovviamente crescono malumori e rabbia tra i ricorrenti al concorso per dirigente scolastico del 2011 che si vedono ancora imbrigliati in questa situazione paradossale, ma promettono battaglia in parlamento quando la legge di bilancio sarà votata sia alla camera dei deputati che al senato, augurandosi che il governo non ponga la questione di fiducia per evitare scivoloni.

Il governo invece di tendere la mano si gira dall'altra parte, anzi con emendamenti ad hoc cerca di dividere ancora di più la categoria aumentando la disparità di trattamento e creando figli e figliastri. Una situazione che sicuramente non aiuta il premier soprattutto in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre, insomma questo ennesimo colpo basso alla categoria dei dirigenti scolastici messo in atto dal governo potrebbe essere un boomerang. Una rabbia che potrebbe tramutarsi in un secco no al referendum costituzionale del 4 dicembre.