Luigi Nicola Carnevale, nel lontano 2002 lavorava alla Fiat di Melfi, stabilimento del Gruppo noto anche come Società Automobilistica Tecnologie Avanzate (SATA). Una mattina riceve una lettera di contestazione per tre fatti accaduti nello stesso giorno: aver fumato una sigaretta durante l'attività lavorativa; aver reso una prestazione lavorativa non conforme alle istruzioni ricevute; essere inciampato in un pallet procurandosi volontariamente un infortunio.

Con queste motivazioni viene licenziato. Il lavoratore presenta istanza di ricorso, aggiungendovi anche alcune testimonianze e, dopo qualche anno, nel 2014, la sentenza della Corte d'Appello competente ne sancisce l'immediato reintegro.

Reintegro provvisorio

L'azienda rispetta la decisione del Tribunale di Potenza, reintegrando Carnevale in via provvisoria perché, nel frattempo, si è rivolta alla cassazione per l'ultimo e definitivo appello. Per la direzione della SATA, l'allora 35enne foggiano è un recidivo. A sostegno della propria linea, i legali presentano anche un'ampia documentazione che comprende tutti i provvedimenti disciplinari antecedenti ai fatti contestati.

Per la difesa, invece, si tratta di un'errata esecuzione dei lavori per mancanza di esperienza in quella particolare mansione che gli era stata assegnata soltanto il giorno precedente. C'è da sottolineare che le norme sulla sicurezza in vigore in quegli anni erano meno restrittive rispetto alla legge 81/2008.

La sentenza della Corte di Cassazione

Carnevale, dopo 15 lunghi anni, finalmente può tornare a dormire sonni tranquilli: l'odierna Fca-Sata di Melfi, infatti, ha l'obbligo di reintegrarlo in via definitiva. La Corte di Cassazione, nell'emettere la sua sentenza, non ha tenuto conto delle contestazioni relative ad avvenimenti verificatisi in precedenza. Gli "ermellini", dunque, hanno accolto in pieno la tesi esposta dalla difesa.

Secondo la Cassazione, l'unica mancanza contestabile ai fini contrattuali risiede in quella sigaretta fumata durante l'attività lavorativa. Una mancanza considerata troppo poco influente per motivare un licenziamento.