Come consuetudine, alla stampa inglese non sfugge nulla. E tanto meno se si tratta di particolari movimenti che riguardano la casa reale. Uno di questi ha destato un certo scalpore durante la sfilata d'onore che la tanto amata RAF (Royal Air Force) ha concesso in occasione del 90º compleanno della regina Elisabetta II. In quel frangente, il Principe William si è addirittura inginocchiato per parlare con il suo primogenito George Alexander Louis. Un'azione apparentemente irriverente e fuori protocollo che avrebbe mandato su tutte le furie la nonna paterna, alla quale sarebbe sfuggito un memorabile e secco: "Stand up William".
Tuttavia, questa non è stata l'unica volta in cui il primo figlio di Diana Spencer, nonché erede al trono, si è "abbassato" al livello del proprio figliolo per guardarlo dritto negli occhi e per ascoltarlo. Un'abitudine che il grande pubblico ha iniziato ad apprezzare grazie ad alcune analisi eseguite da attenti ed esperti psicologi. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Mentre parla lo tiene per mano
Come sappiamo, i primi insegnamenti sono molto importanti. E se questi vengono impartiti a casa, nel quotidiano, e dai propri genitori, possono avere una valenza doppia. Almeno questo è quanto suggerivano gli studi condotti dagli psicologi Carl Rogers e Richard E. Farson nel lontano 1957. Una ricerca pedagogica che hanno chiamato "ascolto attivo".
A tal proposito, sottili gesti quali abbassarsi fino ad entrare nel campo visivo del proprio figlio e tenerlo per mano mentre gli si parla, sarebbero soltanto dei piccoli accorgimenti atti a catturare la sua attenzione, apparendo anche più empatici al mondo dei bambini.
Il difficile mondo dei grandi
Secondo Rogers e Farson, molto spesso i genitori confondono i termini educare e obbedire.
In tale contesto, e a seconda della loro convenienza, credono di potere istruire i figli con frasi del tipo: "non far rumore", "non disturbare", "non muoverti", "non innervosire gli adulti".
Un approccio completamente sbagliato, assicura la psicoterapeuta Isabel Fuster. Il bambino, che fino ai 12 anni si trova in un mondo sensoriale e percettivo, avrebbe bisogno di rassicurazioni, di serenità.
In effetti, la maniera più appropriata per offrirgliele, sarebbe quella di mettersi al suo stesso livello visivo, in modo che senta la vicinanza dei genitori. E a loro volta, anche i grandi potranno imparare ad ascoltare e a percepire i sentimenti del bimbo, proprio come fa papà William con il Principino George.
Insomma, sembra facile familiarizzare con l'ascolto attivo. Se poi la pratica aiuta a non diventare né tiranni né troppo permissivi, magari vale la pena provarci.