Le ultime notizie sulla riforma pensioni, ad oggi, lunedì 26 giugno 2017, sono relative alle polemiche riguardanti il meccanismo che lega i requisiti per l'accesso pensionistico all'aspettativa di vita. Inoltre, faremo il punto della situazione sulle domande riguardanti l'Ape Sociale e Quota 41 e le legittime preoccupazioni che stanno manifestando coloro che hanno già presentato la loro domanda o si accingono a farlo nei prossimi giorni.
Pensioni, notizie oggi 26 giugno 2017: eliminare l'aspettativa di vita quale condizione per accedere alla pensione
Si è parlato molto, negli ultimi giorni, di meccanismo che lega i requisiti per andare in pensione all'aspettativa di vita. Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha cercato di buttare acqua sul fuoco delle polemiche riguardanti l'aumento a 67 anni per accedere alla pensione, a partire dal 2019. Ne ha parlato anche il Presidente Commissione alla Camera, Cesare Damiano, e il discorso è stato ripreso anche dal deputato di Fratelli d'Italia, Walter Rizzetto che ha intenzione di portare nuovamente all'attenzione una risoluzione che risale a più di un anno fa, all'interno della quale si chiedeva al Governo di eliminare le conseguenze negative prodotte dall'attuale sistema di accesso pensionistico.
Sempre a proposito di aspettativa di vita, è stata nuovamente rilanciata una petizione indetta sul portale dedicato Change.org, denominata 'Aboliamo aspettativa di vita per diritto alla pensione'.
Le motivazioni della raccolta firme sono evidenti e chiare: ciascun cittadino deve sapere con certezza, quando inizia a lavorare, quale sarà l'età necessaria per andare in pensione; inoltre i contributi versati nelle casse previdenziali non devono più essere usati dal Governo come 'Bancomat'.
Ultime notizie pensioni ad oggi 26 giugno 2017: domande Ape Sociale e Quota 41, cresce la preoccupazione
Aumenta la preoccupazione di migliaia di lavoratori che hanno atteso per mesi di poter fare domanda per l'Ape Sociale e per la Quota 41 per quanto riguarda le risorse stanziate dal Governo.
I dati Inps relativi alla prima settimana parlano di oltre 20mila domande già inviate ed è facile prevedere che al 15 di luglio, data fissata come scadenza, le istanze supereranno certamente la quota stimata dal Governo in relazione ai fondi da stanziare, ovvero 60mila. Senza contare l'ipotesi, neanche tanto remota, di una possibile proroga dei termini visti i ritardi nella firma e nella pubblicazione dei decreti in Gazzetta Ufficiale. Andando avanti di questo passo, un buon numero di lavoratori rischia di rimanere fuori e di dover aspettare, nella migliore delle ipotesi, sino al prossimo anno per poter beneficiare dell'anticipo pensionistico: senza dimenticare che, qualora i fondi andassero esauriti, per accedere all'Ape Sociale e alla Quota 41 si terrà conto della data di presentazione della domanda.
Insomma, si rischia un altro enorme, ingiusto oltre che clamoroso pasticcio: c'è solamente da augurarsi che non si arrivi davvero a questo punto.
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