Se le polemiche e le discussioni sul tema riforma Pensioni 2017 non si sono mai placate, ricominciano soltanto domani i lavori e il confronto tra il Governo e i sindacati per quel che riguarda il sistema previdenziale. Sono molte le ipotesi in ballo per il 2018, e dopo la spiegazione da parte di Cesare Damiano sui rischi di tale sistema, queste verranno discusse a breve tra Palazzo Chigi e le organizzazioni dei lavoratori per quel che concerne la cosiddetta fase 2.
Riforma pensioni, il confronto Governo - Sindacati riparte
Sul tavolo di confronto che riguardano la riforma pensioni ci saranno l'eventuale introduzione della pensione di garanzia, tanto voluta dallo stesso presidente della Commissione Lavoro alla Camera, il riconoscimento del lavoro di cura per poter ottenere la pensione e il rilancio definitivo della previdenza complementare per aumentare le adesioni in particolar modo legate all'APe sociale e alla Quota 41 per i lavoratori precoci.
E proprio a riguardo, secondo quanto riportato dal sito Pensionioggi.it, verrà effettuato un primo controllo sull'APe social cercando di inserire alcuni correttivi nei confronti delle categorie escluse e nel tentativo di aumentare le risorse a disposizione.
In particolare si affronterà il problema legato alla riduzione del requisito contributivo richiesto per le donne e quello relativo all'estensione di tale strumento anche ai disoccupati che non hanno potuto godere dell'assegno di disoccupazione Naspi.
Al momento, invece, nessuna novità per estendere l'APe e la Quota 41 anche a coloro i quali sono disoccupati a seguito della scadenza naturale del contratto. Il prossimo 7 settembre, invece, ci si occuperà della rivalutazione delle pensioni nel tentativo minimo di riportare le fasce di rivalutazione più favorevoli a partire dal 2019 che sono previste dalla legge 388 del 2000.
Inoltre i sindacati continuano a spingere per evitare l'incremento dell'età pensionabile a causa del meccanismo legato alla speranza di vita e l'ipotesi che pare prendere sempre più piede, sostenuta dallo stesso Cesare Damiano, è quella di garantire lo stop solo ai lavori gravosi contenuti nella legge di bilancio.
In ogni caso bisognerà attendere il valore del prossimo adeguamento stilato dall'Istat.
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