Non c'è domenica che tenga, perché Cesare Damiano è tornato a parlare nuovamente di riforma Pensioni 2017, argomento diventato ormai di grandissima attualità e che non fa che alimentare sempre maggiormente discussioni e polemiche tra i cittadini del nostro paese. Dopo avervi parlato delle ipotesi di intervento per APe social, donne e giovani, secondo quanto riportato da Pensionioggi.it, anche il presidente della commissione Lavoro alla Camera ha rilasciato dichiarazioni per quel che riguarda la situazione attuale sul tema, ribadendo come il Governo sembri diventato più morbido sull'argomento pensioni.
Riforma pensioni, Cesare Damiano dice la sua
In vista della settimana che darà il via alla fase due sulla riforma pensioni 2017, Cesare Damiano ha dichiarato come il Governo sta diventando sempre più morbido e che il primo consiglio in assoluto che si vorrebbe dare è quello di evitare di inserire contrapposizioni tra gli interventi sul lavoro e sul mondo della previdenza. Sarebbe sbagliato, secondo il suo pensiero, fare una scelta di questo tipo. Bisogna definire i contenuti della pensione contributiva di garanzia, perché così si penserebbe per coloro i quali lasceranno il lavoro dal 2035: ciò riguarderebbe chi lavora da venti anni e quei giovani che ancora devono fare il loro ingresso nel mondo del lavoro.
Dopo le recenti dichiarazioni in cui dichiarava la necessità di invertire la rotta, Damiano ha spiegato come si tratti di un intervento molto costoso e che nella proposta fatta assieme a Maria Luisa Gnecchi sia previsto una integrazione fino a 500 euro mensili per ottenere una pensione dignitosa successivamente. Secondo il suo modo di vedere, però, è necessario un segnale chiaro dal Governo, magari cancellando la regola secondo la quale il diritto ad andare in pensione a 63 anni per i giovani col sistema contributivo, dipende dal fatto se si ottiene un assegno previdenziale che sia almeno 2,8 volte l'assegno sociale.
Norma che, di fatto, fa fuori parecchi lavoratori.
Damiano torna a parlare dell'età pensionabile
Inevitabilmente, poi, Cesare Damiano è tornato anche sull'argomento legato all'età pensionabile che dal 2019 farà sì che si possa uscire solamente a 67 anni per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia e a 43 anni e 3 mesi per quanto concerne le pensioni anticipate.
Questo incremento dovuto al meccanismo dell'aspettativa di vita, per lui, rappresenta un contrasto alle recenti riforme che hanno cercato di apportare migliorie alla Legge Fornero. Damiano ha concluso affermando che mandare i lavoratori in pensione tardi non è un vantaggio per nessuno e a pagare il prezzo più caro sono sicuramente i giovani. Per rimanere sempre aggiornati sull'argomento della riforma pensioni 2017 o sul mondo del lavoro e della scuola è possibile cliccare sul tasto "SEGUI" presente in alto accanto al nome dell'autore di questo articolo.