"Ho perduto il mio posto di lavoro perché volevo fare un regalo al mio bambino, non ho mai rubato niente in vita mia". E' questo il grido di disperazione di una donna 40enne ex dipendente del Cidiu, società che gestisce la raccolta e la gestione della spazzatura nella zona Ovest di Torino. A fine giugno le è stata recapitata una lettera di licenziamento nel quale le è stata contestata "l'appropriazione indebita di un oggetto non di sua proprietà", e da quel giorno va avanti grazie all'assegno di disoccupazione, che però ovviamente ha un termine.

A fare scaturire il licenziamento un monopattino danneggiato, quasi sicuramente recuperato da un cassonetto della spazzatura.

Il racconto della donna

La donna racconta che una mattina mentre si trovava sul posto di lavoro un collega le ha consegnato il monopattino incriminato, consigliandole di portarlo a suo figlio. L'ex dipendente lo ha posto vicino al suo armadietto e poi lo ha caricato in macchina. Un gesto fatto con leggerezza, senza porsi molte domande. "Non potevo immaginare che questo avrebbe dato inizio ad un vero e proprio incubo" racconta. Anche perché il giocattolo era danneggiato e la sua provenienza era ignota.

Ma l'azienda ha considerato l'appropriazione alla stregua di un vero e proprio furto, e per questo l'ha sanzionata con il licenziamento.

La donna lavorava presso Cidiu dal 2006 ed in precedenza aveva avuto qualche disguido con la società, ma racconta di aver sempre lavorato duramente: "ho i calli nelle mani, facevo l'operatrice ecologica e non mi sono mai lamentata. Non credo che l'azienda possa dire qualcosa sul mio modo di lavorare. Ora sono considerata una ladra, ma non è così. Ho agito con leggerezza ma non meritavo di essere cacciata. Essere licenziata per un giocattolo vecchio e danneggiato di cui nessuno conosce la provenienza è un'assurdità. Non è nemmeno sicuro che sia stato prelevato da un cassonetto" si sfoga la donna.

L'avvertimento dell'azienda

La vicenda ha inizio il 18 maggio, quando uno dei capi trova nell'autorimessa il malridotto monopattino. Pensando che fosse stato raccolto da un cassonetto lo ha appeso presso la bacheca aziendale, con un cartello rivolto al personale: "Non si fa. Potresti essere scoperto. Fai tesoro di questo avviso". Poi il giorno seguente il giocattolo sparisce e viene rinvenuto nell'automobile della dipendente, nel parcheggio dell'azienda. "Non lo avevo nascosto, non credevo di aver fatto qualcosa di scorretto" racconta la donna, che precisa di aver ricevuto l'oggetto da una collega, per darlo al suo bambino di otto anni. "Sono separata e ho tre figli. Abitiamo in una casa popolare. La collega ha anche confermato tutto ma non è servito a niente".