"Al nuovo Presidente del Consiglio diremo che una delle prime cose che la Cgil metterà sul tavolo sarà quella di riprendere il filo del cambiamento della Legge Fornero per dare una prospettiva previdenziale anche ai nostri giovani", lo ha annunciato il segretario confederale della Cgil Nino Boseotto che, dopo l'approvazione della Legge di Stabilità da parte del Parlamento, torna a discutere del delicato tema delle Pensioni.

Ghiselli pronto a nuova battaglia

Anche il 2018, quindi, sarà all'insegna di nuove polemiche e discussioni circa l'argomento delle pensioni. La Legge di Stabilità, infatti, seppur introdurrà nuove misure in materia previdenziale, non soddisfa le intere richieste avanzate dalle tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil. Per questo motivo, il segretario confederale della Cgil Nino Boseotto avrebbe annunciato una nuova battaglia da condurre durante il 2018 al fine di ripristinare più flessibilità in uscita dall'attività lavorativa cambiando alcune norme rigide dettate dalla precedente Riforma Fornero.

E' un pò quello che si aspetta anche la Lega guidata da Matteo Salvini, ormai da mesi in prima linea sulla flessibilità pensionistica e sul futuro previdenziale delle giovani generazioni. In vista delle elezioni politiche del 2018, infatti, il Leader del Carroccio avrebbe mostrato la volontà della Lega Nord di stracciare definitivamente la Riforma Fornero rendendo più flessibili le norme in materia previdenziale.

Anche il sindacalista Roberto Ghiselli, rimasto non particolarmente soddisfatto dalle risposte poco esaustive del Governo Gentiloni, avrebbe deciso di avanzare le proposte sulle pensioni al nuovo esecutivo. "La battaglia andrà avanti quando ci sarà il novo Parlamento e il nuovo Governo", ha spiegato.

Potrebbe tornare sul tavolo Quota 100?

Non è escluso, infatti, che possa tornare in campo l'ipotesi lanciata dal presidente della Commissione Lavoro alla Camera cesare damiano basata sul meccanismo di quota 100, che consentirebbe l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età anagrafica e 35 anni anni di versamenti contributivi. Un'ipotesi che al momento sembrerebbe la più accreditata da parte delle varie forze politiche, ma che sarebbe rimasta più volte nel dimenticatoio per via degli ingenti costi che avrebbe potuto comportare per le casse statali. Come annunciato dallo stesso Ghiselli, la manifestazione svoltasi il 2 dicembre potrebbe essere solo l'inizio di una lunga serie di mobilitazioni.