Il Governo sta studiando come applicare quota 100 nell'ambito di una possibile riforma delle Pensioni. Per poter accontentare tutti gli aventi diritto occorrerebbero diversi miliardi di euro mentre quelli a disposizione per la riforma ballano fra i sei e gli otto. L'esecutivo sta perciò pensando di utilizzare dei paletti che potrebbero limitare la platea dei pensionandi. A gennaio ci sarebbe la possibilità, per chi ha compiuto 62 anni e con almeno 36 anni di contributi, di poter andare in pensione.
Cosa che non sarebbe possibile per i lavoratori con 65 anni di età ma con soli 35 anni di contributi. Sempre per contenere la spesa previdenziale si potrebbe contemplare una diminuzione del 1,5% per ogni anno in meno di contributi per chi ha 67 anni di età. Secondo i tecnici del Carroccio il numero dei lavoratori che andrebbero in pensione con questa riforma aumenterebbe di circa 350.000 unità. Nei casi in cui l'azienda dove il lavoratore è occupato sia in crisi non ci sarebbe nessun paletto. Le aziende in questi casi potrebbero pagare la penalizzazione utilizzando il fondo di solidarietà bilaterale.
Quota 41
Nel caso di quota quarantuno, per la pensione anticipata senza vincoli di età, le ipotesi sono discordanti. Attualmente non ci sono fondi sufficienti per poterla approvare e, per questo motivo, il Governo sta pensando di bloccare la quota 42 e 10 mesi, riproponendola nel 2019 senza applicare l'aumento di 5 mesi per l'aspettativa di vita.
I dubbi di Tito Boeri
I lavoratori potrebbero coprire i versamenti mancanti dal 1996 grazie alla pace contributiva che terrebbe conto anche degli anni di riscatto della laurea. Sulla pace contributiva non è d'accordo il presidente dell'Inps Tito Boeri che la ritiene non corretta perché darebbe la possibilità a chi non ha versato i contributi di poter sanare la situazione contributiva in maniera agevolata.
Secondo Boeri le prestazioni pensionistiche aumenterebbero e provocherebbero un numero maggiore di pensionati che andrebbero via prima e con assegni più corposi. Aumenterebbe la spesa pensionistica e le entrate diminuirebbero. Ieri l'Inps ha dichiarato che, nei primi sette mesi dell'anno, le entrate sono aumentate del 4,07 % rispetto al 2017.
Nel frattempo è iniziato l'iter parlamentare che riguarda le pensioni d'oro. La proposta di legge del Movimento 5Stelle prevede un ricalcolo delle pensioni di 90.000 euro lordi l'anno. Il ricalcolo riguarda la parte retributiva dell'assegno delle pensioni e dei vitalizi. Le risorse che verranno accumulate saranno utilizzate per l'aumento delle pensioni minime e delle pensioni sociali.