"Stiamo lavorando a una manovra che comprende più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse, non per tutti, ma per tanti italiani. Se all'Europa non va bene noi tiriamo dritti lo stesso": lo ha affermato il vicepremier della Lega Matteo Salvini annunciando di non avere nessuna intenzione di compiere passi indietro dopo il secco no ricevuto dalla Commissione Europea sulla nuova Manovra Finanziaria.

Difatti, dall'ultimo Consiglio dei Ministri è emerso che il Governo intende confermare tutti i provvedimenti contenuti nella Legge di Stabilità: proprio per questo sarebbe pronta una lettera da inviare alla Commissione Europea in risposta ai rilievi dell'Ue sulla Finanziaria 2019.

A presto i decreti su Quota 100 e reddito di cittadinanza

Con la lettera che il Governo Conte ha inviato a Bruxelles, vengono confermati il meccanismo della Quota 100 e il cosiddetto reddito di cittadinanza che dovranno partire entro dicembre con l'emanazione dei decreti. Stando al parere del segretario federale della Lega, infatti, il meccanismo di Quota 100 dovrà partire subito al fine di consentire l'uscita flessibile a migliaia di lavoratori che ormai da anni sono alle prese con le rigide norme dettate dalla Riforma Fornero. Ma come ormai tanti sanno, l'intero impianto pensionistico non verrà smontato del tutto visto che resta da affrontare il delicato tema sui lavoratori precoci.

Sia Quota 100 sia il reddito di cittadinanza dovrebbero arrivare con un decreto ad hoc collegato alla Legge di Stabilità entro dicembre mentre la manovra si limita ad individuare le risorse necessarie.

Stando a quanto riportato sul quotidiano "La Stampa", tra le misure confermate anche le clausole di salvaguardia e i controlli automatici della spesa oltre alla destinazione dello 0,2 % degli investimenti all'idrogeologico. Inoltre, per evitare che il deficit salga oltre il 2,4 % il Governo pensa ad una nuova operazione di dismissione immobiliare con il valore dell'1 % del Pil.

Si attende la risposta di Bruxelles

E' quanto emerso dall'ultimo incontro fra il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria. Intanto, cresce la preoccupazione per la crescita economica del Paese dopo la relazione elaborata dal Fondo Monetario Internazionale che stima una crescita pari all'1 % durante il biennio 2018-2020 che andrà a diminuire negli anni a seguire. E' attesa, infatti, una risposta alla lettera inviata dal Governo a Bruxelles volta a chiedere una relazione sui fattori rilevanti che giustifichino l'andamento del rapporto debito/Pil.