"Non ci saranno penalizzazioni, si comincerà all'inizio del nuovo anno e ci sarà libertà di scelta: chi vuole, avrà il diritto di recuperare i contributi, di recuperare la propria vita e andare in pensione", lo ha dichiarato il vicepremier della Lega Matteo Salvini dopo le recenti stime elaborate dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio che lasciano intendere a penalizzazioni che vanno dal 5 al 30% sull'assegno previdenziale per coloro che intendono lasciare l'attività lavorativa ed usufruire del sistema della Quota 100.

Rischio penalità per 437 mila persone

Si tratta di circa 437 mila lavoratori che a partire dal 2019 saranno in possesso di almeno 62 anni di età anagrafica di un'anzianità contributiva pari a 38 anni e che quindi, potranno accedere al beneficio. Stando a quanto riportato dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", però, non tutti opteranno per Quota 100 visto che potrebbero incappare in una decurtazione dell'assegno previdenziale che va da un minimo del 5% per un solo anno di anticipo fino ad un massimo del 34% per un anticipo di sei anni rispetto ai 67 anni di età anagrafica previsti dalla precedente normativa dettata dalla Riforma Fornero.

Salvini assicura: 'Nessuna penalizzazione'

Qualora, l'intera platea dei potenziali beneficiari utilizzasse il canale di uscita che entrerà in vigore il prossimo anno, però, la spesa pensionistica potrebbe subire un aumento fino a raggiungere i 13 miliardi di euro; una differenza sostanziale rispetto ai 6,7 miliardi stanziati dalla nuova Legge di Bilancio. L'attuale ministro dell'Interno Matteo Salvini, invece, avrebbe rassicurato che non ci saranno penalizzazioni sugli assegni e coloro che vorranno lasciare in anticipo l'attività lavorativa potranno farlo.

Per il vicepremier della Lega, quindi, ci sarà libertà di scelta. "Chi vuole restare al lavoro potrà farlo", ha commentato a margine della presentazione del nuovo calendario della Polizia Di Stato.

Lo stesso Salvini, però, ha trovato doveroso chiarire che non tutti potranno andare in pensione subito. I dipendenti della Pubblica Amministrazione, infatti, saranno costretti ad aspettare visto che altrimenti si concretizzerebbe il rischio di interrompere la continuità amministrativa.

Difatti, si studieranno degli scaglioni per consentire i pensionamenti nel pubblico impiego senza mettere a rischio alcuni settori. Il titolare del Viminale, inoltre, non nasconde che per superare in via definitiva la Riforma Fornero occorrono più risorse economiche ma col tempo si potranno reperire.