I carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce stanno continuando le indagini sull'omicidio che ha visto vittime l'arbitro Daniele De Santis e la sua fidanzata di 30 anni Eleonora Manta. Il duplice omicidio è avvenuto nella serata di lunedì 21 settembre in un'abitazione di via Montello, nel cuore del centro del capoluogo salentino, non molto distante dalla stazione ferroviaria.
In queste ultime ore gli inquirenti hanno sequestrato i pc delle due giovani vittime e contestualmente si sono recati presso la sede centrale dell'Inps di Brindisi dove hanno posto sotto sequestro un altro computer. Proprio la fidanzata di De Santis da qualche mese lavorava presso l'istituto previdenziale nell'ufficio pensioni dopo aver vinto un concorso pubblico.
Al vaglio anche i profili Facebook delle vittime
Per dare man forte ai colleghi di Lecce, sempre nella giornata di ieri 24 settembre, da Roma sono giunti i colleghi del Reparto crimini violenti del Ros. In queste ore l'autorità giudiziaria disporrà anche l'analisi dei profili Facebook e Instagram della coppia uccisa e si andrà a ritroso attraverso i messaggi di oltre un anno.
Sono ancora tanti i punti da chiarire in questa vicenda. Alcuni testimoni hanno raccontato di aver visto un uomo allontanarsi dalla scena del crimine, vestito con indumenti di colore nero e con in spalla uno zaino. Alle mani, secondo le testimonianze, avrebbe avuto anche dei guanti. Intanto emergono altri particolari, questi ultimi riportati dalla testata giornalistica Lecce Prima. L'assassino, che avrebbe colpito con un coltello da sub, sarebbe stato ripreso per pochi secondi da alcune telecamere presenti in zona: si tratta di frame brevi, ma che potrebbero rappresentare un elemento utile per chi indaga. La Procura ha disposto ulteriori accertamenti sulle salme dei due ragazzi, e i funerali, inizialmente previsti per ieri 24 settembre sono stati rimandati.
Si terranno a Seclì, paese d'origine della ragazza.
Le false voci su presunti indiziati
Negli scorsi giorni si erano anche diffuse voci su presunti indiziati ascoltati dalla Procura. Le stesse autorità hanno comunicato ai media locali e nazionali che nessuna persona è stata ascoltata e che ancora si è ben lontani dal risolvere il caso. La 30enne, prima di essere colpita a morte dall'omicida, avrebbe pronunciato un nome. Questo particolare sembra chiarirsi proprio in queste ore, in quanto questa persona, totalmente estranea ai fatti, non sarebbe il loro aguzzino ma un amico a cui forse la coppia si sarebbe rivolta per chiedere aiuto. Adesso amici e familiari sperano che presto si arrivi ad una svolta sul caso.