Terminata la fuga per il presunto boss di acerra, Vincenzo Di Buono. Non si era nascosto troppo lontano, aveva trovato rifugio in un appartamento a Cardito, a circa 10 chilometri di distanza dalla sua residenza. Di Buono, pluripregiudicato 52enne, anche noto come "Vicienz' o Marciasiniell",  era latitante dal 10 ottobre scorso. Si era sottratto a un'ordinanza di carcerazione emessa dalla Corte di Appello di Napoli a suo carico.

E' considerato il capo del clan dei "Marcianisielli", gruppo di camorra che controlla gli affari illleciti ad Acerra e che allungherebbe i suoi tentacoli anche nei comuni di Casalnuovo e Caivano grazie a rapporti di 'non belligeranza' e ad alleanze strette con le consortierie egemoni su quei territori. 

Il blitz

E' stato preso mentre pranzava nell'abitazione al terzo piano di una palazzina in Via Michelangelo. A stanarlo sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo e quelli della compagnia di Castello di Cisterna, guidati rispettivamente dal maggiore Michele D'Agosto e dal capitano Tommaso Angelone.

Il blitz è scattato al termine di controlli mirati predisposti per individuare il fuggitivo. Nell'operazione è stato impiegato anche un elicottero, per il quale è stata richiesta la collaborazione di un equipaggio dell’Elinucleo di Pontecagnano. Il velivolo che sorvolava la zona e le numerose gazzelle impiegate per acciuffare il latitante hanno attirato l'attenzione dei curiosi. Al momento dell'incursione dei carabinieri diversi curiosi si sono accalcati  all'esterno dello stabile dove, nel frattempo, Di Buono si stava consegnando ai 'catturandi' dell'Arma, senza opporre resistenza. Per l'arrestato si sono aperte le porte del carcere. 

La condanna

Di Buono dovrà espiare 8 anni e mezzo di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione, reati per i quali è stato condannato in secondo grado al termine del processo "Risiko".

La sentenza era stata impugnata dalla difesa, ma la Cassazione il 7 ottobre scorso ha rigettato il ricorso. Uno degli imputati condannati è il figlio Antonio, nei confronti dei quali l'ordinanza di carcerazione era stata eseguita senza problemi.