Agguato armato in pieno giorno a brusciano, in provincia di Napoli. Sotto la scarica dei proiettili è finito un pregiudicato di 37 anni, Vincenzo Turboli. L’uomo ieri si trovava all’esterno del bar Paradise, in via Semmola, quando è avvenuta la Sparatoria. Rimasto ferito, è stato condotto in ospedale, ma non è in pericolo di vita. La scheggia di un colpo esploso da una pistola lo ha colto alla mano sinistra.

Zona transennata: i rilievi

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna che hanno transennato l’area all’esterno della caffetteria, rimasta inaccessibile al pubblico per tutto il tempo che è risultato necessario a eseguire i rilievi.

Sono almeno tre i colpi che sono stati esplosi da un’arma da fuoco. Qualcuno di rimbalzo è andato a finire in un’auto che era in sosta davanti al bar. Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, intorno alle 11,30 le pistolettate sarebbero partite da un’auto in transito.

Una storia di fazioni, di malavita e di piccole vendette

Il soggetto “bersaglio” dell’azione di fuoco ha precedenti per spaccio di droga e per reati contro il patrimonio. E una delle ipotesi che si stanno rincorrendo nelle ultime ore - su cui hanno puntato l'attenzione anche gli inquirenti - è che l’imboscata che gli è stata tesa sia collegata a una rissa che sarebbe avvenuta nella serata di giovedì in un altro bar di Brusciano, situato in via Camillo Cucca.

Sulla base di quanto si è appreso, la colluttazione sarebbe avvenuta tra un amico del 37enne colpito ieri mattina, che è un soggetto ritenuto vicino a un clan storico di Brusciano, quello dei Rega, che da qualche anno sta provando a riaffermarsi in città, e il figlio di un noto pregiudicato della zona, che farebbe parte di una fazione malavitosa opposta, un gruppo che avrebbe la sua base nel rione “ex legge 219”.

Non è chiara la ragione che ha scatenato la zuffa: stando alle voci che da ore rimbalzano sul territorio, il motivo del contendere sarebbe il controllo degli affari illeciti a Brusciano, un piccolo comune abitato da poco più di 16mila anime, racchiuso in un'area di quasi 6 chilometri quadrati, dove purtroppo l’omertà ancora regna sovrana.

E con il silenzio dovranno fare i conti gli investigatori dell’Arma che, diretti dal capitano Tommaso Angelone, in questo clima ostile stanno ora indagando per provare a far luce su quanto è accaduto.