Si conclude, così, il 67° Festival della canzone italiana, con il secondo posto per una preghiera, cantata a voce alta: “Che sia benedetta!”. Un testo sublime che ha conquistato immediatamente tutti per la sua universalità, esaltato dalla possente voce della Mannoia. Vince, infatti, ben due Premi.
La cantante è la regina incontrastata del palco dell’Ariston, fin dalla prima sera.
Protagonista di un’esibizione spettacolare, secondaria a nessun altro dei candidati in gara.
Gli autori sono Erika e Salvatore Mineo. Il brano fa parte dell’album “Combattente”.
Le partecipazioni al Festival
È la sua quinta partecipazione al Festival di Sanremo, dove mancava dal 1988, anno in cui si era aggiudicata il nono posto, nonché il premio della Critica con “Le notti di maggio”. Un altro riconoscimento lo aveva ottenuto nell’anno precedente con la famosissima “Quello che le donne non dicono”, arrivando ottava. Ancora, nel 1984, aveva conseguito il 14° posto con “Come si cambia” ed era arrivata finalista nel 1981 con “Caffè nero bollente”.
Il ritorno a Sanremo
Nel 2017 il grande ritorno a Sanremo con il secondo posto. La cantante ha 63 anni ben portati e si rivela piena di vita, come da giovanissima. Affronta la gara, apparendo instancabile e presentandosi nella categoria Big. È con una grinta straordinaria che la Mannoia si ripresenta sul palco dell’Ariston, da far vibrare le corde più profonde dell’animo umano. La sua presenza, la sua voce, ma soprattutto il suo brano, non ha età. Coinvolge grandi e piccoli, giovani e anziani. È per tutti, è il cantico della vita e per la vita. In particolare, emoziona notare come sembri sfiorare recenti fatti di attualità molto tristi e voler regalare una speranza di rinascita. È la canzone dei familiari delle vittime di Rigopiano e del terremoto; è una preghiera che appartiene a tutti.
In un'intervista l'aveva definita "Un vero e proprio inno alla vita". Il risultato è un grande successo, fin dalla prima sera. I fan impazziscono sui social, tifando per la Mannoia. Il web l'aveva dichiarata vincitrice, prima del verdetto.