E' un rapporto di amore e odio quello tra la città di Torino e Matteo Salvini. Una città fatta di contraddizioni estreme, attualmente presieduta da un sindaco M5s, Chiara Appendino, e perennemente in bilico tra la rabbia della rivalsa dei centri sociali e il perbenismo della sinistra radical chic dei salotti sabaudi che contano. Un terreno poco fertile, seppure ben coltivato, per la politica di Matteo Salvini anche se, a onor di cronaca, è corretto evidenziare come sotto la Mole, alle ultime elezioni, i gusti elettorali abbiano mostrato una netta inversione di tendenza a favore della Lega.
Il murales incriminato
Non deve aver votato Lega l'autore del Murales che è apparso in piazzale Valdo Fusi, proprio davanti alla Camera di Commercio di Torino. Shockante per un certo punto di vista, avvilente per un altro: una divergenza di vedute che diventa una minaccia di morte è inqualificabile. Così la pensano i naviganti della rete lanciando un monito da più parti e scavalcando le usuali posizioni di destra e sinistra: la vera politica non deve mai cedere alla negazione del rispetto.
E' quanto è emerso dopo la pubblicazione da parte dello stesso Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sul suo profilo twitter a proposito del murales incriminato che lo ritrae quasi stilizzato con maglietta bianca e pantaloni larghi da detenuto, appeso a testa in giù con le braccia penzolanti.
Il ministro del carroccio ha mantenuto la calma e ha commentato esortando i suoi sostenitori a lasciar cadere le provocazioni rispondendo ad essere con "idee, cuore e coraggio".
Salvini: i precedenti
Non è chiaro quale messaggio volesse inviare l'autore del murales oltre quello di una condanna a morte del vice-premier. Un messaggio inqualificabile e condannato da tutte le fazioni politiche. Matteo Salvini non è nuovo a immagini di questo genere tanto che in passato è stato vittima di un memorabile manichino con camicia verde appeso a testa in giù sotto un ponte. A contestare per primo ed in maniera sentita il murales contro Salvini è Fabrizio Ricca, consigliere comunale della Lega, il quale ha pubblicato la foto della squallida immagine sul suo profilo Facebook con la seguente dichiarazione: "Potete attaccare Salvini in tutti i modi possibili, ma l’Italia è con lui.
Bestie". Un messaggio esplicito a cui Ricca aggiunge: "Ma non ci spaventa. Siamo ogni giorno più forti, e queste dimostrazioni ci danno ancora più forza."
Torino si dissocia da una manifestazione di odio così palese. Una Torino che, stretta nella piaga dell'immigrazione incontrollata da molto tempo, prova a fare chiarezza dal punto di vista culturale dimostrandosi una città aperta e multiculturale e, nello stesso tempo, in grado di condannare atteggiamenti, immagini, parole e azioni contrarie al rispetto e alla cosa pubblica. Come del resto era già successo con la dura condanna morale verso la maestra Lavinia Flavia Cassaro che, durante il corteo di febbraio di quest'anno organizzato dai centri sociali contro Casapound, scesa in piazza come contestatrice, aveva augurato la morte ad un poliziotto.