Convinto sempre più che la democrazia sia un fatto di collettivo, Pier Luigi Bersani rilancia il suo cavallo di battaglia alla trasmissione di Santoro su La7, Servizio Pubblico. "Il partito per me è un collettivo, poi ci stupiamo che c'è il pensiero unico". E ancora: "Va bene ridurre la pletora dei contratti - ha detto Bersani - ma non se ne possono aggiungerne delle altre pletore o eliminare le tutele.
E poi i sindacati devono fare uno sforzo anche loro" - ha aggiunto - "quello che ci differenzia dalla Germania è la flessibilità all'interno delle fabbriche. L'aver messo l'art.18 al centro è stato un errore secondo me. Noi, comunque, non ci prenderemo la responsabilità di mandare il paese di fronte ad un vuoto di governo". Punta sempre tutto sulla "responsabilità" Bersani che ha retto molto bene la scena della trasmissione, impresa difficile per tutti gli ospiti che si sono avvicendati nel corso del tempo. Piketty, dal canto suo (nel pomeriggio ha tenuto una lezione alla Camera dei Deputati, presso la Sala della Regina, organizzata dalla Presidente Laura Boldrini e da Stefano Fassina, per parlare di economia e sviluppo) è stato messo un po' sulla graticola dal Professor De Nicola, economista della società Adam Smith: "Del libro di Piketty non mi piace questo determinismo per il quale si pensa che il Pil aumenterà dell'1,5% e le rendite finanziarie del 4%.
Non è sempre così. Il determinismo non funziona, non ha funzionato nemmeno per Marx".
Bersani gli ha fatto eco: "L'unica soluzione, la mia ricetta, è un sistema di welfare che dia più democrazia. A quello ci pensa anche la legge elettorale, per esempio, io sarei molto più secco ed ultimativo sul meccanismo della legge elettorale" ed ha anche aggiunto - "Bisognerebbe capire che ciascuno, in proporzione a quel che ha, deve pagare per la salute, la difesa, l'istruzione di tutti. Non si può pensare di essere soli". Poi ha preso la parola una ex lavoratrice Nokia che sostanzialmente ha detto: è impensabile che gli imprenditori fanno utili e poi pensano di mandare in mezzo ad una strada tutti coloro che li hanno aiutati a fare quegli utili, così!.
"L'Italia deve vietare ad un'azienda che fa profitto in Italia di licenziare" - ha urlato Dragoni che ha poi commentato alcuni dati statistici: "Gli ultra-ricchi, che hanno più di un miliardo di dollari, in Italia sono il 33,4% in più dell'anno scorso. Il più ricco d'Italia è Michele Ferrero, mr Nutella. Il patrimonio di Berlusconi nel 2013 era di 8,6 miliardi, più di 300 milioni rispetto all'anno precedente. Da noi la ricchezza cresce meno ma siamo il nono Paese al mondo per numero di milionari". Bersani, prima di andar via per impegni ha detto: "Se toccasse a me domani partireri con una rivisitazione del sistema fiscale, con una imposizione anche sui grandi patrimoni immobiliari e con una manovra che abbassi le tasse a chi dà lavoro. Non tocca a me, è vero, ma posso provare a convincere Renzi".