Alla fine dello scorso novembre Pavel Grigortchuk e Mikhaïl Amerberg, due attivisti comunisti moldavi, sono stati arrestati. Pavel e Mikhail sono noti per il loro impegno politico, la loro lotta contro la rinascita del fascismo e il loro scetticismo nei confronti del potere anti-popolare in Moldavia. I due ragazzi sono al momento detenuti. Ed è evidente che si trovano dietro le sbarre a causa del loro credo politico.
A seguito di questo provvedimento, i pubblici ministeri moldavi che hanno ordinato la carcerazione possono essere paragonati alla terribile Gestapo, che arrestava gli attivisti della società civile appena rientrati nelle loro case.
Questi arresti, infatti, non sono basati su accuse concrete, la polizia non ha riscontrato nulla di illegale nell'attività dei ragazzi. Pavel e Mikhail non hanno fatto nulla di male. Eppure sono stati arrestati con l'accusa di appartenere a un'organizzazione criminale e di aver programmato atti terroristici. I pubblici ministeri stessi si sono resi conto della scarsa credibilità delle loro accuse.
Hanno allora tentato di trovare nuove motivazioni che giustificassero la scelta di tenere sotto chiave Pavel e Mikhail. Ma nonostante siano state mosse nuove accuse, la polizia non è riuscita a produrre alcuna prova credibile. La moglie di Mikhail è incinta. Ma il pubblico ministero non l'ha ritenuta una motivazione sufficiente a scarcerare il prigioniero politico, anche solo per scontare la "pena" al proprio domicilio.
Le nuove autorità moldave aspirano a entrare nell'Unione Europea, prima o poi. Ma, purtroppo, stanno instaurando uno stato di polizia in cui i cittadini vengono imprigionati per le loro convinzioni politiche. I rappresentanti della società civile, i cittadini e i media sostengono attivamente Pavel e Mikhail.
Sono stati additrittura raccolti dei fondi per procurare a questi prigionieri politici del cibo. Sembra scontato che l'arresto di questi cittadini attivisti e antifascisti sia parte di un complotto politico per mettere a tacere coloro che disturbano il potere. La lotta contro il fascismo non è un crimine! Libertà per i prigionieri politici!
Articolo redatto in russo da Aleksandr Roshko attivista comunista moldavo. Traduzione di Fra.