La questione dell'immigrazione è sempre di pubblico dominio. Manifestazioni di chi è favorevole all'accoglienza e di chi ne è fortemente contrario sono all'ordine del giorno in molte nostre città. Sta di fatto che il problema c'è, ma la notizia positiva è che finalmente non sembra più essere un problema esclusivamente italiano, ma ne cominciano a parlare anche nelle sedi della Comunità Europea che ha già stabilito alcune misure per aiutare l'Italia.

Cosa hanno deciso a Bruxelles

In questi giorni si sta approvando in Commissione Europea il rafforzamento delle azioni militari nel Mediterraneo. Le forze militari saranno di tutti gli stati della CEE e non più solo italiane come accadeva con l'operazione "Mare Nostrum". Quindi triplicati i mezzi per le operazioni europee Triton e Poseidon. Si sta pensando di intervenire militarmente sulle coste africane per combattere i trafficanti di uomini. Inoltre sono al vaglio i criteri di ripartizione dei profughi tra tutti gli stati membri in quote proporzionali, tenendo conto della popolazione, del Pil e della disoccupazione.

Si prevede l'invio di commissari europei che aiuteranno le nostre forze militari nelle operazioni riconoscimento dei profughi. E' al vaglio anche la revisione della convenzione di Dublino sui richiedenti asilo.

Il Regolamento di Dublino

E' una convenzione tra gli stati membri della Comunità con cui sono stati stabiliti i criteri di concessione dell'asilo per i rifugiati negli stati della Comunità. In base a questo regolamento, la concessione dell'asilo spetterebbe allo Stato dove il profugo viene riconosciuto tale. Quindi se un profugo sbarca in Italia e noi gli riconosciamo lo status di rifugiato, deve restare in Italia e non può andare liberamente in un altro stato membro.

Come funzionano oggi gli sbarchi in Italia

Ogni settimana sbarcano sulle coste italiane mediamente 2.000 immigrati. Immigrati non vuol dire profughi, sono persone che hanno in comune solo la voglia di scappare dal loro paese di origine. L'immigrato scappa per trovare lavoro e fortuna in uno stato più ricco del suo, il profugo scappa dalle guerre, dai maltrattamenti e dalle vessazioni che subisce a casa sua. La ripartizione riguarderebbe il profugo non l'immigrato. Le operazioni per distinguerli sono complicate tant'è che spesso quelli che sbarcano non vogliono farsi riconoscere perché non vogliono restare in Italia ma andare nei paesi del nord Europa in cerca di lavoro. Ecco perché spesso scappano e vanno negli altri Stati come clandestini.

La situazione oggi, noi italiani siamo sempre soli

Sta di fatto che il Regno Unito già si è defilato, il suo ministro dell'interno si è dichiarato favorevole a costruire campi sulle coste del nord Africa dove selezionare i richiedenti asilo e far entrare in Europa solo quelli. Le Nazioni dell'Est europeo non ne vogliono sapere di accogliere i rifugiati e Spagna e Francia non sono contenti dei criteri di ripartizione. L'invio di forze militari in nostro aiuto per la prima accoglienza sa tanto di commissariamento delle operazioni. In pratica stanno dicendo che non ne siamo capaci e cercheranno di applicare la "Dublino" per far restare in Italia i profughi che loro riconosceranno. Le azioni militari in terra africana per "bombardare" i barconi dei trafficanti è impossibile dal momento che serve l'approvazione dell'Onu che da sempre è contraria ad azioni militari di questo tipo oltre che pericolosa per l'incolumità di molti civili. Insomma un gran casino!