E' arrivato poco fa il sì definitivo della Camera dei Deputati al disegno di legge la Buona Scuola. Soddisfatti il ministro Giannini e il governo. Ma le proteste non si fermano.

Il sì al Ddl

Il Ddl passa con 316 sì e 137 no. Larga maggioranza per il governo quindi, come del resto ci si aspettava. Grande orgoglio del ministro dell'istruzione Stefania Giannini, che lo esprime subito dopo il voto con un tweet. L'unico punto sul quale il governo non è soddisfatto della riforma è il tema dell'edilizia scolastica, sulla quale Renzi sostiene che si possa fare di più.

La contestata riforma ha comunque subito alcuni cambiamenti durante la discussione in aula: di ieri la notizia dello stralcio del 5 per mille dal Ddl. Da sottolineare che nonostante il consenso generale del partito del Premier alla riforma, alcuni parlamenteri appartenenti alla minoranza PD non hanno votato il provvedimento. I dissidenti dovrebbero essere 40, tra cui Pierluigi Bersani e Gianni Cuperlo. Ora il disegno di legge dovrà passare l'esame del Senato, che alla luce di queste defezioni potrebbe essere un po' più problematico di quello appena concluso. I numeri del Senato sono infatti ristretti, che il governo debba aspettarsi delle sorprese?

Le proteste

Le proteste comunque non si fermano.

Susanna Camusso ha dichiarato che "con il voto di oggi non si chiude la battaglia, ma la battaglia continua" (ansa.it). L'autorità dello sciopero ha reso noto che sono stati proclamati due giorni di sciopero da Cobas, Unicobas e Usb per dopo la conclusione dell'anno scolastico, ma hanno escluso la possibilità del blocco degli scrutini per gli studenti che dovranno sostenere esami di fine ciclo scolastico.

Sull'argomento Renzi ha dichiarato che il blocco degli scrutini "sarebbe un errore clamoroso perchè va contro ragazzi e famiglie" (ansa.it). Il premier ha poi voluto alzare i toni della polemica dichiarando ai microfoni di Rtl: "il punto è: possiamo dire che l'Italia è di tutti e non dei sindacati? Sì, possiamo dirlo" (ansa.it).

Tra governo e sindacati quindi non è prevedibile una tregua. Ma le proteste contro questa riforma non vengono solo dall'esterno: Gianni Cuperlo e Roberto Speranza hanno promosso una lettera con la quale invitano i senatori del Pd a "portare ulteriori e necassari punti critici". Se il punto considerato critico dovesse essere quello relativo al dirigente scolastico, la lotta in aula rischia di farsi molto dura. Continuano anche le proteste degli studenti: oggi una manifestazione davanti a Montecitorio per contestare la riforma. "Siamo tantissimi, circa duemila. Stiamo riempiendo anche le strade limitrofe. E' una grande manifestazione" (ansa.it) hanno dichiarato gli studenti scesi in piazza. Per quanto riguarda le minoranze in parlamento, strenui oppositori del Ddl sono Lega e Movimento 5 stelle.

Ieri sera Di Battista a "di Martedì" ha chiesto nuovamente che il disegno di legge sia ritirato ancora prima della discussione in Senato. Questo primo successo quindi potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro, sempre che i senatori apparteneti alla minoranza dem decidano di opporsi veramente all'approvazione del provvedimento.