Nel giorno in cui il ministro Andrea Orlando ha incontrato una delegazione radicale per l'annosa questione carceraria e si è inaugurata l'asta che per sei mesi metterà in vendita un considerevole numero di cimeli della storia dei Radicali, Rita Bernardini è stata raggiunta da un decreto di citazione per una delle sue "condotte criminose". Sarà in Tribunale a Siena il 2 ottobre alle 9:30.
La vicenda riguarda la terza disobbedienza civile sulla cannabis terapeutica, che si concluse a Chianciano (Siena) nel corso del congresso di Radicali Italiani. In quella sede, all'hotel Excelsior il primo novembre 2014, la segretaria del movimento nonché ex deputata, cedette a titolo gratuito della marijuana agli esponenti del Cannabis Social Club di Racale (Lecce) tra cui Andrea Trisciuglio. Oggi, a sei mesi di distanza dai fatti, la Bernardini ha ricevuto un "decreto di citazione diretta a giudizio davanti al Tribunale Monocratico di Siena", come ha fatto sapere ieri sera via Facebook la stessa Rita Bernardini attraverso un post apparso sulla sua bacheca con tanto di foto del decreto.
Bernardini che proprio in questi giorni sta portando avanti la quarta disobbedienza civile sulla cannabis terapeutica, dal momento che ha sul proprio terrazzo 50 piantine di cannabis e, proprio per questo, da tempo reclama l'arresto come capita ogni giorno a molti italiani, per quantità decisamente minori. Sempre attraverso un post apparso su internet, la Bernardini ha evidenziato l'aspetto sia giuridico (sarà assistita dall'avvocato radicale Giuseppe Rossodivita) che politico della faccenda.
In primis la Bernardini ha fatto notare che, pur avendo ricevuto da sola il decreto, la disobbedienza civile è stata posta in essere anche da Marco Pannella e dall'allora presidente di Radicali Italiani, Laura Arconti.
La Bernardini ha quindi specificato che li chiamerà in correità, dal momento che entrambi gli "esclusi" rivendicano la loro partecipazione alla disobbedienza civile: concretizzatasi in una coltivazione di svariate piante, finita con una cessione gratuita a persone ammalate e che con la cannabis riescono a curarsi o a trovare sollievo.
Quindi la segretaria radicale ha osservato ironicamente come nel decreto si parli di "fatto di lieve entità" sebbene la polizia (che fu avvisata ed era presente a Chianciano) le abbia sequestrato 16 grammi e mezzo di cannabis, divisi in 15 dosi singole. Infine, il dato politico principale riguarda l'evocazione della recente relazione della Direzione Nazionale Antimafia che, come più volte spiegato dalla Bernardini, spinge per la legalizzazione delle sostanze stupefacenti anche e soprattutto portando argomentazioni di tipo economico, ma non solo.
La Bernardini, nel rivendicare la sua azione, ha quindi risposto all'invito contenuto nel decreto di una possibile sospensione del processo con messa alla prova, laddove l'ex deputata ponesse in essere "condotte volte all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato", ha fatto sapere lei stessa tramite la rete. Possibilità evidentemente rispedita al mittente, sia per convinzione che per avere la possibilità di argomentare in Tribunale le ragioni di una lotta nonviolenta, gandhiana e socratica, finalizzata a cambiare le norme attraverso la violazione consapevole di queste e l'inevitabile passaggio per le Forche Caudine della Legge. Un invito a nozze, per i Radicali, che spesso rivendicano il non essere arrestati come un'arma usata dal "regime" per silenziarli. Dopo 40 anni di antiproibizionismo, c'è un giudice a Siena.