Da più parti politiche, viene richiesta, attraverso i giornali ed altri mezzi, la revisione della nuova legge elettorale. Detta legge, denominata Italicum, è stata approvata di recente dalle Camere, in sostituzione del Porcellum. Anche il Presidente Emerito, Giorgio Napolitano, dalle pagine della Nazione di Firenze del 19 ottobre 2015, riapre il capitolo Italicum ed indica la strada: "Attenzione alle preoccupazioni sulla legge elettorale e gli equilibri istituzionali".
Alcuni partiti non si sentono più tutelati dalla nuova legge, viste le mutate situazioni politiche in essere.
Gli incentivi delle legge
Questa legge, che entrerà in vigore nel luglio del prossimo anno 2016, così come è stata approvata, assegna al partito di maggioranza relativa, che supera il 40% dei voti degli elettori, 340 deputati, in modo di avere un'ampia maggioranza per governare. Se nessun partito supera quella soglia, si va al ballottaggio tra i due partiti più votati, ed al vincitore verrà assegnato il 53% dei seggi. Sbarramento al 3% e capilista bloccati.
Forza Italia, che col patto del Nazareno, ha contribuito all'approvazione della legge detta Italicum, reclama la modifica della stessa, per estendere il premio di maggioranza, non solo al partito, ma anche alla coalizione che supera il 40% dei voti richiesti.
Sembrerebbe, in fondo, una modifica molto discutibile. A questa richiesta si potrebbero sommare altre, che sono state oggetto di molte polemiche durante il dibattito per l'approvazione della legge stessa. Non ultima, le preferenze estese a tutti i candidati, e la eliminazione delle liste bloccate, per impedire la nomina d'ufficio dei deputati.
Ma vi sono altri temi, molto importanti, oggetto di approfondimento, che riguardano i rapporti istituzionali tra Stato e Regioni, evitando le zone di sovrapposizione, che potrebbero generare incomprensioni. Molti sono i motivi che potrebbero spingere il Governo a consentire una revisione, per lo meno, solo sui punti importanti di carattere squisitamente istituzionali. È certo che alcuni chiarimenti in materia si rendono necessari, per un maggiore equilibrio fra le varie istituzioni.