Ieri si è tenuto a Parigi un importante Summit per la pace in Medio Oriente, uno dei tantissimi incontri che nel corso degli anni hanno cercato di dirimere la storica controversia tra Israele e Palestina, un problema che è sempre stato molto sentito perché fonte di instabilità per l'intera regione mediorientale.
Erano presenti all'incontro parigino, tra imponenti misure di sicurezza per il rischio del terrorismo internazionale e molte precauzioni per la vasta perturbazione che ha colpito la capitale francese, 27 Ministri degli Esteri in rappresentanza dei rispettivi Paesi, insieme ai delegati delle Nazioni Unite, della Lega Araba e dell'Unione Europea.
Il vertice è durato poche ore, ma ha comunque mandato un chiaro segnale sia ad Israele, sia alla Palestina che devono mettersi subito al lavoro per trovare un buon accordo soddisfacente per tutti.
La soluzione a due Stati
Durante il vertice è emerso che la maggioranza dei partecipanti sarebbe a favore delle soluzione dei due Stati, uno israeliano e uno palestinese, con confini chiari e stabiliti in sede internazionale, su cui nessuna delle due parti in causa possa sollevare obiezioni di nessun tipo.
Questa soluzione era già stata proposta altre volte, ma fino ad oggi nessuna delle due parti l'aveva mai accettata: i palestinesi pensavano che fosse troppo a vantaggio di Israele e che regalasse dei territori storicamente palestinesi al loro storico rivale, gli israeliani non volevano smantellare alcune delle colonie ebraiche più avanzate verso la Palestina.
I due grandi assenti
Sia Israele che Palestina erano assenti perché temevano le reazioni della parte avversa: il governo israeliano ha rifiutato l'invito di Hollande, mentre i palestinesi avrebbero voluto partecipare, ma non hanno inviato la loro delegazione per la mancanza della controparte.
Il governo di Netanyahu non ha aderito perché teme che i palestinesi possano abbandonare le iniziative e gli incontri bilaterali e nascondersi dietro al paravento della comunità internazionale in attesa che questa imponga ad Israele un accordo vincolante e sfavorevole.
Per l'Alto Rappresentante della politica estera comune europea Federica Mogherini mantenere lo status quo non è più accettabile ed è ora che il processo di pace tra Israele e Palestina ricominci in modo serio e con la collaborazione e l'impegno di tutti gli attori in causa.
Il governo francese vorrebbe organizzare un altro incontro entro fine anno con la partecipazione di tutte e due le parti in causa, in modo da appianare le principali divergenze.