"Le priorità di Roma non sono i Giochi Olimpici". La contrarietà del nuovo sindaco della Capitale, Virginia Raggi, relativa alla candidatura di Roma per ospitare le Olimpiadi del 2024 è ben nota, tant'è che lo stesso Luca di Montezemolo, presidente del Comitato per i Giochi, ha detto a chiare lettere alcuni giorni fa che, in caso del successo alle urne della candidata del Movimento Cinque Stelle, avrebbe ritirato la candidatura.
La posizione del neo-sindaco, in realtà, è apparsa piuttosto ambigua in tal senso. Le ultime tre affermazioni, in ordine di tempo, sono state un "non ho alcun pregiudizio verso le Olimpiadi", frase pronunciata dopo un incontro con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, per poi passare ad un "criminale oggi parlare di Olimpiadi", fino ad un "sono contraria oggi alle Olimpiadi, non in assoluto".
Non ci sono i tempi per un referendum
Certamente le priorità attuali dei romani sono tante ma ad ogni modo la stessa Virginia Raggi aveva annunciato il ricorso ad un referendum pro e contro Olimpiadi, lasciando l'ultima parola ai cittadini.
Ma una consultazione richiede tempo per essere organizzata: trovando il pieno accordo di tutte le forze politiche, potrebbe andare in scena già ad ottobre altrimenti slitterebbe alla primavera del prossimo anno. Il problema è che ai primi del mese di agosto a Rio de Janeiro, teatro degli imminenti Giochi, si riuniranno i vertici del CIO che proseguiranno ad esaminare le candidature delle città per l'appuntamento del 2024. Secondo indiscrezioni, Roma sarebbe in vantaggio in questo momento rispetto a Los Angeles, Budapest e Parigi ma con la ferrea opposizione dell'amministrazione Raggi la frenata del CIO è inevitabile. Inutile dire che andrebbe alle ortiche quello che finora è stato un buon lavoro del Coni.
"Per ottenere la candidatura - ha detto Giovanni Malagò - serve compattezza di intenti tra amministrazione comunale, governo e Coni". Il sogno di ospitare i Giochi a Roma dopo 64 anni sembra dunque destinato a svanire.