Capitolo chiuso. Virginia Raggi ha da subito avuto le idee chiare riguardo la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Ieri pomeriggio, al seguito di un atteso incontro con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, (al quale la prima cittadina della capitale non ha potuto presentarsi a causa di un contrattempo) è arrivata la parola fine a qualsivoglia discussione. Lo ha fatto lei stessa durante una delle sue prime conferenze stampa in Campidoglio.
«È da irresponsabili dire sì a questa candidatura», ha sentenziato Raggi, ripercorrendo poi gli avvenimenti sportivi che hanno coinvolto Roma in passato e di cui ancora si portano i segni, oltre che i debiti, come quelli che si protraggono addirittura dall'edizione del '60. Le Olimpiadi sono un «assegno in bianco che firmano le città ospitanti». Il rigetto delle "Olimpiadi del mattone" appoggiata da larga parte del M5S, anche se non condivisa da alcuni degli stessi cittadini romani, porta con sé l'intento di distaccarsi dallo stile perpetrato dalle ultime edizioni dei più importanti appuntamenti sportivi mondiali.
«Le Olimpiadi sono un sogno che diventa incubo, servono ai comitati d'affari, non ai cittadini», ha commentato la neo sindaco Virginia Raggi, che si è poi schierata con lo slogan: «Noi siamo per lo sport, ma non per queste Olimpiadi».
Una decisione in controtendenza
Questa decisione, in netta controtendenza rispetto al passato, mira a innescare una riflessione sulle enormi sperequazioni messe in atto in occasione delle Olimpiadi, che spesso lasciano dietro di sé infrastrutture destinate a cadere nel completo abbandono. Un'eventualità, questa, che si tradurrebbe in nuove spese per le rispettive amministrazioni comunali, le quali si troverebbero a dover gestire dei colossi di cemento nel goffo tentativo di sottrarli alla malora.
Una presa di posizione che era già chiara da tempo, manifestata sin dai primi impegni elettorali e che quindi non stupisce, anche se lascia il dubbio che si possa un giorno parlare di occasione sprecata. Tutto quindi pare non lasciar spazio a ravvedimenti né del Sindaco, né della giunta stessa. Decisione che sarà destinata a sollevare una nuova fitta coltre di polemiche e malumori, fuori e - da quanto sembra - anche dentro lo stesso Movimento5Stelle. Anche se a fine giornata interviene lo stesso Grillo a placare le acque, complimentandosi direttamente con la sindaco Raggi.
Ma dove si faranno quindi le Olimpiadi nel 2024?
Ancora è presto per dirlo, ma sono rimaste in lizza Parigi, Los Angeles e Budapest. Poche candidature, in effetti. Sintomo di una visione che, nonostante tutto, sembra essere condivisa anche oltre il confine del Bel Paese?