Lo aveva detto a chiare lettere a margine del G7 di Taormina. Il pensiero di Emmanuel Macron era andato direttamente al 'grande assente' del summit. "Coinvolgere la Russia nelle questioni internazionali è necessario" e, citando l'esempio della Siria, aveva definito "impossibile risolvere la crisi senza il dialogo con Mosca". Aveva però premesso "la difficoltà del dialogo" con il Cremlino "che però è pur sempre un dialogo".
Il nuovo presidente francese, probabilmente, pregustava già l'incontro con Putin che si sarebbe svolto a pochi giorni dal G7 di Sicilia. Più che un dialogo, è stato un match di boxe che Macron ha vinto ai punti, ma in maniera netta. Nei giorni che precedevano il forum dei 'sette grandi' c'era parecchia curiosità sul debutto internazionale di Donald Trump, ma anche sul giovane capo dell'Eliseo. Dopo la sua elezione allo scranno più alto di Parigi, qualcuno ha mormorato che i primi appuntamenti internazionali erano per lui l'occasione per 'studiare da grande politico'. Il vertice di Versailles con Vladimir Putin ha ampiamente dimostrato che l'enfant prodige di Francia non ha bisogno di troppe ripetizioni.
Interferenze russe sulle elezioni: attacco a 360 gradi
A creare le maggiori tensioni al vertice bilaterale che si è tenuto nella fastosa reggia costruita dal Re Sole sono state le presunte 'interferenze' russe che sarebbero state pianificate dai servizi segreti di Mosca durante la campagna elettorale per le presidenziali di Francia. Un pò quello che sarebbe accaduto anche per le presidenziali statunitensi: un attacco informatico che sarebbe stato, però, perfettatamente neutralizzato dai servizi anti-hackeraggio di Parigi. Ed è stato un argomento che Macron ha preso letteralmente 'di petto' ed al quale Putin non ha saputo fornire una replica convincente. Il giovane presidente transalpino ha sottolineato, quasi a denti stretti, che le interferenze della Russia nelle democrazie non saranno tollerate dalla Francia e dal resto d'Europa.
Principale bersaglio di Macron due testate giornalistiche molto vicine a Mosca, "Russia Today" e "Sputnik". "Non sono organi di stampa - ha tuonato il capo dell'Eliseo - ma strumenti di interferenza che hanno contribuito a creare un'ingerenza grave in quello che è il naturale processo elettorale di un Paese democratico. Questi organi di propaganda hanno diffuso controverità infamanti sulla mia persona". Putin è apparso chiaramente infastidito dalle accuse, probabilmente sorpreso dall'aggressività del suo interlocutore. "Non abbiamo mai tentato di influenzare il risultato elettorale in Francia - ha risposto il presidente russo - anche perché seguiamo i sondaggi internazionali e sapevamo bene come la pensava la maggioranza dei francesi.
Siamo persone serie". Il leader del Cremlino è stato 'costretto' a fornire spiegazioni anche sull'incontro con Marine Le Pen, avversaria di Macron nella corsa all'Eliseo, avvenuto a pochi giorni dal voto. Ma qui la replica ha segnato, probabilmente, l'unico punto a vantaggio di Putin. "Marine Le Pen rappresenta una forza politica, non vedo come avrei potuto rifiutare di riceverla. Oltretutto, credo che alcune sue opinioni sulla tutela dell'identità europea non siano prive di fondamento".
Terrorismo e Siria: tolleranza zero
Lotta al terrorismo e crisi siriana, due argomenti strettamente connessi visto che proprio in territorio siriano si trova la più grande delle roccaforti dell'Isis e ci sono ancora parecchie sacche di resistenza, composte da milizie jihadiste ex qaediste.
Macron è abbastanza intelligente da comprendere che, in questo momento, Mosca ha il coltello dalla parte del manico in Siria ed è anche il maggiore sponsor politico dell'attuale governo presieduto da Bashar al-Assad. Ha dunque preferito prendere la questione alla lontana, partendo dall'esigenza di comporre un gruppo di lavoro composto da esperti, sia francesi che russi, per poi 'affondare il colpo'. "In Siria c'è una linea rossa che non va oltrepassata ed è quella relativa all'uso delle armi chimiche. La Francia punirà qualsiasi violazione in tal senso". Anche qui Putin ha preferito non replicare direttamente, la posizione di Mosca sulla questione è nota ed il Cremlino ha già fornito da tempo la sua tesi relativa al presunto attacco chimico di Khan Sheikhun.
L'attenzione russa si è dunque focalizzata sulla lotta al terrorismo. "In Siria è questa la priorità - ha sottolineato Putin - e pertanto valuteremo la proposta del presidente francese per comporre un gruppo di esperti, ma certamente combattere la minaccia terroristica non significa disruggere lo Stato siriano".
Diritti umani in Cecenia
L'attenzione di Emmanuel Macron si è poi spostata sulla Cecenia e sulle presunte repressioni nei confronti degli omossessuali. Putin gli ha assicurato "misure per ottenere la verità completa", ed entrambi i leader hanno convenuto su una verifica comune. "A patto - ha puntualizzato Macron - che dia risultati che siano all'altezza delle aspettative della Francia, perché il tema dei diritti umani fa parte dei nostri valori".
Mosca chiede lo stop delle sanzioni
Quando il discorso è stato incentrato sulla crisi ucraina, tanto Macron quanto Putin si sono detti "d'accordo per la convocazione di un nuovo vertice con i rappresentanti di Germania ed Ucraina, per verificare lo stato degli accordi di Minsk di due anni fa". Ma l'argomento è stato un comodo assist per il presidente russo, al quale preme più di ogni altra cosa la revoca delle sanzioni imposte alla Russia da parte dell'Unione Europea. "Il perdurare di questa situazione non aiuta certamente il dialogo e, pertanto, è giusto che la politica internazionale lavori in direzione opposta, per sopprimere tutte le restrizioni che gravano sull'economia globale".