Ci sono reati che, più di altri, risultano particolarmente odiosi per chi li subisce. Questo dipende, oltre che dal tipo di reato, anche dalle circostanze in cui il reato viene subito. In occasione di un lutto, tutto quello che gravita attorno al triste evento dovrebbe essere facilitato e regolato a norma di legge. Non è quello che sembrerebbe essere avvenuto a Roma, in particolare a causa di 3 dipendenti della Direzione Anagrafe di Roma Capitale.
"Mors tua, mazzetta mea", così Striscia la Notizia ha smascherato l'ennesimo caso di corruzione
Alla notizia dell'istituzione di corsi per la gestione dello stress a favore dei dipendenti del Campidoglio, molti commenti avevano espresso la necessità di istituire analoghi corsi anti corruzione. Commenti premonitori, evidentemente, date le ultime notizie relative al giro di mazzette estorte dai suddetti dipendenti per rilasciare certificati di morte che per legge sono assolutamente gratuiti. È il pubblico ministero di Roma Roberto Felici ad indagare per corruzione i 3 impiegati. Ed è proprio di queste ore la notizia che un altro impiegato, in particolare dell'ospedale Sant'Eugenio della capitale, si sarebbe macchiato dello stesso reato.
Avrebbe cioè ricattato alcuni dipendenti delle pompe funebri: il rilascio del certificato di morte, gratuito, dietro il pagamento di 5 euro.
Il commissario Tronca contro i dipendenti "infedeli" che a forza di 5 euro hanno incassato migliaia di euro al mese
Si potrebbe obiettare, al di là del fatto che si tratta comunque di un reato, che 5 euro non costituiscano una cifra tanto elevata. Ebbene, a forza di mazzette da 5 euro, sembrerebbe che i dipendenti in questione abbiano accumulato dai 6 agli 8mila euro di "extra-stipendio" al mese. Questo sembra confermare la presenza di dipendenti di serie B, come quelli TPL che lottano per avere addirittura lo stipendio, accanto a dipendenti furbetti. I dipendenti in questione, definiti "infedeli" dal commissario Tronca, sono stati licenziati "per giusta causa".
Gli stessi si sarebbero autodenunciati non tanto perché colti da estremo rimorso, quanto perché "pizzicati" dalle telecamere di Striscia La Notizia con, si può dire, le mani nel sacco. Si attende l'esito dell'inchiesta, seppure i soggetti in questione siano stati presi in flagranza di reato.
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