Sono 6 i miliardi di euro annuali sottratti alle cure dei malati a causa di frode e corruzione nella sanità. Questo secondo una stima di Ispe-Sanità (Istituto per la promozione dell'etica in sanità) nel Libro bianco 2014. Il conto è destinato a salire se si aggiungono anche sprechi e inefficienze alla corruzione per un totale di circa 23 miliardi di euro annuali, una grave malattia cronica italiana.
Il presidente dell'Ispe-Sanità, Francesco Macchia, sostiene che il fenomeno della corruzione vada quantificato con esattezza e non secondo stime. Ciò sarebbe possibile attivando una rete di strumenti per monitorare le situazioni a rischio. Altra proposta è quella di escludere a vita da ogni ruolo pubblico chi è stato condannato per corruzione oltre che avere un fondo per chi denuncia la corruzione stessa. Macchia parla anche della possibilità di introdurre la figura dell'agente provocatore, finanziere in borghese che tenga sotto controllo certi soggetti ritenuti più "deboli" e testi l'integrità delle pubblica amministrazione in sanità.
Una larga parte dei cittadini italiani (circa il 40%) considera il settore sanitario corrotto secondo il Global Corruption Barometer del 2013. Sempre secondo la popolazione (il 61%) la corruzione può essere combattuta dalla gente comune. Dello stesso avviso il commissario dell'Autorità nazionale anti-corruzione, Nicoletta Parisi, la quale asserisce che è necessario un cambiamento culturale, dato che chi denuncia la corruzione viene considerato un delatore. Inoltre Parisi precisa che corruzione e spreco vanno di pari passo poiché qualcuno che opera in sanità beneficia del denaro mal speso. Parisi critica la logica dei tagli lineari che portano ogni amministrazione a tagliare il 10% delle risorse.
Contraria anche al pagamento dei ticket che scaricano sul cittadino il costo dello spreco, secondo il circolo vizioso "si continua a sprecare e si aumentano i ticket per compensare".
Aumentando o creando nuovi sistemi di controllo la corruzione e gli sprechi si eviterebbero. In questa maniera si potrebbero usare i fondi per salvare (o migliorare) la vita ai cittadini che troppo spesso si trovano a pagare ingenti tasse per poi vedere che i metodi di ricerca e i nuovi studi si utilizzano in ambiti che vengono considerati, a detta di molti, inutili alla vita quotidiana.