L'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, ha appena stabilito che assumere bevande troppo calde potrebbe aumentare il rischio di ammalarsi di cancro. Il problema non è la sostanza, ma l'alta temperatura della bevanda assunta che potrebbe danneggiare le cellule dell'esofago, ha chiarito Christopher Wild, direttore dell'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, IARC. Era molto atteso il verdetto dell'Oms, chiamato a pronunciarsi sul caffè, mate e bevande calde.
Il verdetto Oms
Lo studio assolve il caffè, dopo aver analizzato il suo possibile effetto cancerogeno. Nei primi anni novanta la bevanda più amata dagli italiani era stata inserita nella lista dei possibili cancerogeni, nel gruppo 2b. Studi attuali invece hanno escluso la correlazione tra il caffè e il tumore. Naturalmente non deve essere consumato molto caldo. Mario Cerutti, Presidente del Comitato Italiano del Caffè dichiara: “Il Comitato Italiano del Caffè esprime soddisfazione". Il parere sulla sicurezza della caffeina dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) indica che un'assunzione moderata di caffè, 3-5 tazzine al giorno, rappresenta una dieta sana ed equilibrata e viene associata nella letteratura scientifica a diversi benefici fisiologici.
I ricercatori, un gruppo di 23 esperti, tra cui anche Italiani, si sono accorti della pericolosità dell'elevata temperatura delle bevante analizzando i dati di alcuni tipi di tumori.
In particolare l'incidenza di quello all'esofago, che è risultato maggiore in quei paesi dove c'è l'abitudine di bere sostanze a temperature superiori ai 65-70 °C. Tra i paesi maggiormente colpiti troviamo i paesi del Sudamerica, Iran e Cina dove consumano elevate quantità di tè e mate (infuso alle erbe simile al tè). La questione non deve comunque essere sottovalutata dato che il tumore all'esofago rappresenta il nono tipo più frequente al mondo. I soggetti maggiormente esposti al pericolo sono coloro che fumano, aumentando di 100 volte il rischio di ammalarsi e il quadro peggiora maggiormente se si fa uso abituale di alcol. In misura minore partecipano anche uno stile alimentare sbagliato con un alto consumo di grassi.