Due giovani studenti universitari, residenti nel quartiere Monteluce in provincia di Perugia, sono stati ricoverati in gravi condizioni all'Ospedale Santa Maria della Misericordia, nel reparto di rianimazione, a causa di una intossicazione da botulismo.

La causa dell'intossicazione

Sabato sera i due ragazzi, uno di 21 anni della provincia di Lecce e l'amico di 27 anni di Viterbo, come spesso capita tra ragazzi, si sono ritrovati per cenare insieme. Secondo quanto ricostruito, avrebbero consumato degli alimenti mal conservati inviati dalla famiglia di uno dei ragazzi, che gli hanno fatto passare la notte con forti dolori gastrointestinali, vomito e vertigini.

Dopo aver trascorso una terribile notte, si sono recati all'ospedale, dove i risultati degli esami a cui sono stati sottoposti hanno determinato che la causa è da ricondurre ad una intossicazione da botulino. Questo è quanto è stato dichiarato dall'ufficio stampa dell'azienda ospedaliera. Le condizioni sono tutt'ora gravissime, sembrerebbe che uno dei due abbiamo avuto anche un arresto cardiaco.

Cos'è il botulismo

Il botulismo è una malattia causato dall'ingestione di alimenti che sono contaminati dalla tossina del batterio Clostridium botulinum. Si trova principalmente nel suolo. E' molto importante intervenire ai primi sintomi attraverso la somministrazione di un'antitossina. Il recupero è molto lento.

La malattia non è contagiosa, i sintomi prevedono la comparsa di secchezza della bocca, debolezza muscolare con successiva paralisi, difficoltà nella deglutizione. Nei casi più gravi la paralisi muscolare può coinvolgere anche la respirazione, dovendo poi intervenire con la respirazione assistita. Lo ritroviamo principalmente negli alimenti di produzione domestica, soprattutto nei cibi conservati che non vengono cotti.

Questo favorisce la crescita del batterio, qualora lo contenesse. Importante sapere che le spore vengono distrutte ad alte temperature, quindi è sufficiente sterilizzare i cibi conservati nei vasetti di vetro o in scatola facendoli bollire per circa 10 minuti. Nonostante l'incidenza della malattia sia bassa, circa 20/30 casi all'anno, nel 2014 l'Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l'Università di Teramo, hanno individuato le linee guida per le conserve alimentari fatte in ambiente domestico. Questo a causa dell'alta pericolosità della malattia, che può provocare anche la morte attraverso l'ingestione di quantità minime di alimenti contaminati.