Il prossimo 14 novembre si celebrerà la “Giornata Mondiale del Diabete 2016 ", una malattia che non colpisce solo l'uomo ma anche cani e gatti. Dato che il diabete colpisce circa un animale su 100, è importante riconoscerne i primi sintomi, che sono: intensa sete, calo di peso, frequente urinazione, letargia e pelo secco e poco lucido. Questa patologia cronaca, che comporta un aumento dei livelli di zucchero nel sangue per via di una carenza di insulina, può provocare infezioni urinarie, neuropatie e nei cani la cataratta diabetica.

Diagnosi, prevenzione del diabete animale

A tal proposito, durante tutto il mese di novembre numerosi medici veterinari, presso i loro ambulatori, daranno vita a diversi incontri volti ad informare circa i sintomi, la diagnosi e la prevenzione del diabete animale. Marco Melosi, presidente di Anmvi o Associazione Nazionale Medici Veterinari , ha recentemente dichiarato che tale iniziativa è molto importante in quanto è fondamentale che i proprietari di cani e gatti riconoscano tempestivamente i segnali della malattia, per cominciare la terapia al più presto e consentire al proprio animale domestico di condurre una vita normale.

Le razze più colpite dal diabete mellito

In base ai dati resi noti da Diabete Italia Onlus, il diabete mellito colpisce sopratutto cani e gatti di età media o avanzata. Per quanto riguarda i cani, a rischio vi sono sono sopratutto le femmine non sterilizzate , inoltre alcune razze sembrano essere più predisposte geneticamente a contrarre tale malattia, come ad esempio i labrador, barboncini, i golden retreiver, gli yorkshire ed i pastori tedeschi. Per quanto riguarda i gatti, è stato evidenziato che i piccoli felini più colpiti sono quelli in età adulta, in sovrappeso, con malattie cronache ed i gatti maschi non sterilizzati.

Le conseguenze del diabete sull'animale

In merito alle conseguenze del diabete animale, Federico Fracassi, professore dell’Università di Medicina Veterinaria di Bologna ha affermato che il diabete mellito nel cane e nel gatto, si può paragonare per alcuni aspetti a quello umano, specificando che nel cane tale malattia provoca di frequente la cataratta o in casi estremi cecità, mentre nei gatti comporta debolezza degli arti posteriori per via del danneggiamento dei nervi.