Per la prima volta in Italia, un’equipe di chirurghi dell’Ospedale Molinette di torino ha trapiantato su un paziente bisognoso il polmone “malato” di una giovane ragazza di 17 anni, deceduta qualche giorno prima. Un intervento del genere, in precedenza, era stato fatto solo in Svizzera. Per trapiantare l’organo è stato necessario rigenerarlo prima di effettuare l’intervento, visto che il polmone recuperato era stato danneggiato da una precedente tromboembolia polmonare, malattia responsabile del decesso della studentessa di Biella.

La buona riuscita dell’operazione accende nuove speranze in tanti malati.

Il polmone lavora

Il polmone sinistro è stato trapiantato su una paziente di Torino, una signora di 57 anni colpita molto tempo fa da una grave forma di fibrosi polmonare idiopatica. Senza questa operazione, la signora sarebbe stata costretta all’ossigeno-terapia e, di conseguenza, le sue aspettative di vita sarebbero state ridotte. L’intervento effettuato alle molinette, centro d’eccellenza per questo tipo di chirurgia, è riuscito alla perfezione. Il nuovo polmone lavora bene e, finalmente, la paziente respira autonomamente.

Ha lasciato il reparto di terapia intensiva e si trova in quello di cardiochirurgia.

La nuova tecnica

La nuova tecnica di intervento utilizzata a Torino ha consentito di “ripulire” il polmone malato, guarirlo e reimpiantarlo su un’altra persona. Il trapianto è stato effettuato lunedì 5 novembre 2016 da Mauro Rinaldi, direttore della cardiochirurgia, e da Paolo Lausi, uno tra i migliori chirurghi del torace, ma è stato reso noto solo da poco perché era di fondamentale importanza aspettare prima di poter brindare al successo. Rinaldi ha scelto il trattamento specifico da eseguire per guarire i polmoni donati e poterli trapiantare. Sia ben chiaro: non è una novità che i polmoni usati per i trapianti vengano “rigenerati”, è straordinario che i polmoni usati fossero stati bollati come “inutilizzabili” da diversi altri centri d’eccellenza.

Rigenerato e impiantato

L’equipe delle Molinette ha deciso di accettare questa sfida apparentemente impossibile e ha prelevato i due organi, li ha sottoposti a “rigenerazione”, mediante una tecnica denominata “Ex Vivo Lung Perfusion” e ha aggiunto un farmaco che ha sciolto i coaguli. “Le arterie polmonari erano ostruite e in queste condizioni il cuore non avrebbe potuto lavorare – ha spiegato Rinaldi -. Un intervento come questo, fino ad ora, era stato effettuato solo in Svizzera con un gruppo di medici che ha fatto quello che poi abbiamo fatto noi. Per cinque ore abbiamo perfuso il polmone in una macchina con il medicinale. Quando abbiamo visto il miglioramento, abbiamo capito che le resistenze polmonari erano state superate”. E hanno operato.