Il dolore cronico colpisce un italiano su 5 ed è il sintomo principale che accomuna tutta una serie di patologie che vanno dalla fibromialgia, al cancro, alle neuropatie, etc. E' senz'altro uno dei problemi di salute più fastidiosi, anche nei Paesi in via di sviluppo. Un piccolo studio pilota condotto a Meru, nel Kenya orientale, mostra la correlazione tra il dolore cronico e il consumo di glutammato, un comune esaltatore di sapidità utilizzato nelle cucine sia orientali che occidentali.

I partecipanti allo studio eliminando il glutammato monosodico dalla loro dieta hanno ridotto il dolore. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nutrition.

Cos'è il glutammato monosodico?

Il glutammato monosodico è il sale sodico dell'acido glutammico, un amminoacido naturale - non essenziale, il nostro organismo è in grado di produrlo da sé - presente in molti alimenti, come salsa di soia e parmigiano, comunemente utilizzato come additivo alimentare (è l'ingrediente principale dei classici dadi da brodo). Il glutammato (ottenuto mediante fermentazione batterica) viene aggiunto a molti prodotti alimentari, con il ruolo di esaltatore di sapidità ed è riportato in etichetta con il nome di glutammato monosodico (MSG) o glutammato di sodio.

In Kenya, l'esposizione delle persone al glutammato è dovuta principalmente ad un miscuglio di spezie chiamato Mchuzi Mix, che viene impiegato per insaporire i piatti tipici della cucina keniota. Il glutammato, all'interno del nostro organismo, ha il ruolo di normale neurotrasmettitore, che può tuttavia, se introdotto in eccesso, agire come un'eccitotossina, in grado di sovrastimolare, danneggiare ed uccidere le cellule nervose. Una curiosità: la cosiddetta "sindrome da ristorante cinese" (forse più un mito, privo di un vero fondamento scientifico) caratterizzata da fastidioso mal di testa, debolezza, asma, palpitazioni, rossore in viso e altri sintomi sarebbe da imputare all'abbondanza di glutammato monosodico utilizzato nella cucina cinese.Il glutammato impartisce ai cibi un sapore tutto suo chiamato umami, scientificamente riconosciuto tra le sette sensazioni principali dopo il dolce, l'aspro, il salato, l'acido, l'amaro e i carboidrati.

Lo studio sul glutammato monosodico condotto in Kenya

Obiettivo dello studio era quello di verificare se un intervento dietetico potesse risultare più o meno efficace dei farmaci da banco nell'alleviare il dolore cronico. I 30 partecipanti allo studio presentavano dolore cronico da almeno tre mesi o più e in almeno tre quadranti del corpo. I volontari presentavano anche altri sintomi neurologici, tra cui mal di testa, stanchezza cronica, disfunzione cognitiva e disturbi del sonno. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi. Poiché la disidratazione è associata all'emicrania, i ricercatori hanno incluso tale parametro nel progetto dello studio. I gruppi consistevano in quanto segue: soggetti che consumavano abitualmente Mchuzi Mix ai quali è stato somministrato un sostituto simile di condimento misto privo di glutammato monosodico; persone che hanno riferito di assumere poca acqua e che non erano consumatori abituali di glutammato monosodico, hanno ricevuto acqua in bottiglia ed è stato chiesto loro di aumentare il consumo di acqua fino a otto tazze al giorno; un altro gruppo comprendeva coloro che consumavano l'MSG e poca acqua, i quali hanno ricevuto acqua e spezie sostitutive; infine il gruppo di controllo è stato trattato con il paracetamolo.

Dolore cronico diminuito eliminando il glutammato monosodico

Il gruppo che ha rimosso l'MSG dalla sua dieta e ha consumato più acqua ha riportato miglioramenti significativi dei sintomi, similmente a chi ha ricevuto il paracetamolo. Sebbene lo studio necessiti di ulteriori approfondimenti e di essere esteso ad un più ampio numero di partecipanti, mostra chiaramente come un piccolo cambiamento dietetico possa fare molto. "Sarebbe incredibile se potessimo avere un impatto sul dolore cronico semplicemente apportando lievi modifiche alla dieta", ha detto Clauw, uno dei massimi esperti di dolore cronico, in un'intervista che appare su Science Daily.

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