Con la mente non ancora fredda dopo l’amara esclusione dalla Vuelta Espana per essersi fatto trainare dall’ammiraglia, Vincenzo Nibali ha affidato alla sua pagina Facebook un messaggio di scuse e spiegazioni per il brutto episodio che ha messo fine alla sua corsa. Ma il campione siciliano ha anche puntato il dito contro chi nelle ultime ore si è lanciato in accuse pesanti contro di lui, rivendicando che nel Ciclismo non sono così rare situazioni come quella di cui è stato protagonista nella tappa di ieri.

Un episodio che, però, è stato ripreso in diretta dalle telecamere e che, per la sua platealità, non poteva che portare alla squalifica del corridore. 

Le scuse di Nibali 

Vincenzo Nibali ha prima di tutto chiesto scusa per l’errore commesso, ricostruendo poi l’episodio fin dall’inizio. La caduta, il ritardo dell’ammiraglia nel sostituire la bici, la corsa che se ne va via veloce, il lungo inseguimento con i compagni. Tutto al termine di una stagione in cui la sfortuna non ha mai risparmiato Nibali. Un attimo di umana debolezza ha avuto il sopravvento, ed ecco l’occasione dell’aggancio all’ammiraglia che lo porta via dal gruppetto di ritardatari a tutta velocità.

Nel ciclismo tutti fanno così

 Nel prosieguo del messaggio di Nibali affiorano, pero', frasi più polemiche, pur senza cercare scuse: 'Quello che è successo oggi alla Vuelta Espana succede in ogni corsa, ma questo non significa che devo rimanere impunito', attacca il siciliano, aggijngendo: 'Nel ciclismo di episodi come questi ce ne sono molti'.

Nibali si è detto sorpreso della squalifica: 'Avrei accettato anche una penalità di dieci minuti per uscire di classifica'.

In una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, Nibali ha poi confermato la sua posizione: 'E’ una sanzione eccessiva. Ho sbagliato, è contro le regole quello che ho fatto, ma penso che una penalizzazione in minuti e una multa sarebbero state più giuste'.

Nibali ha anche criticato l’atteggiamento del gruppo, che dopo la maxicaduta ha continuato la corsa: 'Al Tour la tappa è stata fermata dopo una caduta simile, qui la corsa è continuata a tutta velocità'. Ma ricordiamo che nella tappa del Tour, precisamente quella di Huy, fu la giuria a decidere la neutralizzazione per la mancanza di mezzi di soccorso, tutti impegnati con i corridori caduti. Una situazione che, evidentemente, qui non si è ripetuta.