'Parteciperò al Giro d'Italia', due settimane fa si chiudeva con questa dichiarazione di Chris Froome la presentazione del Giro d'Italia 2018. Oggi l'opinione di tutti è drasticamente cambiata. Il britannico è stato trovato positivo al salbutamolo e ora da favorito per la corsa rosa è passato ad una possibile squalifica di 2 anni. Il simbolo del Ciclismo moderno composto da watt, rulli post gara e corazzate come Sky, è stato distrutto.
Nibali al riguardo ha affermato 'Bruttissima notizia per me e per il movimento' . Nessuno lo può biasimare in quanto potrebbe vedersi assegnare la Vuelta a Espana con 3 mesi di ritardo.
Sky
Alle spalle del kenyano bianco c'è il Team britannico che ha dimostarto di essere tra i più forti negli ultimi anni vincendo 4 degli ultimi 5 Tour de France. La Sky si può dire che abbia apportato al ciclismo tante piccole rivoluzioni che sommate hanno fatto di essa la squadra di riferimento dell'ultimo quinquennio. Il badget milionario e lo staff competente a 360° iniziano a far singhiozzare una macchina perfetta che fino ad oggi è funzionata senza intoppi.
La continua ricerca della prestazione e la preparazione quasi maniacale di ogni aspetto, può far pensare che il passo falso derivi proprio dal Team e dai suoi metodi innovativi a volte rischiosi. Il limite cercato in ogni campo potrebbe essere stato oltrepassato in questo caso, una macchia d'olio che potrebbe espandersi su tutta la squadra e fare nascere nuovi sospetti.
Movimento
A farne le spese, oltre al campione, è il ciclismo che tanto fatica a scrollarsi l'etichetta del doping generalizzato. Questa positività in particolare al salbutamolo (un bronco dilatatore impiegato nel trattamento dell'asma) ha fatto nascere ulteriori dibattiti su quanto effettivamente la sostanza trovata abbia inciso sulla prestazione dell'atleta.
Cassani: 'Non è una sostanza dopante', oppure Magrini: 'L'elenco delle sostanze vietate andrebbe rivisto'. Le dichiarazioni a “difesa” sono forse un tentativo non di salvare Froome. ma bensì l'immagine dello sport su due ruote. Tentativo che può risultare vano poiché l'effetto domino che può creare un eventuale innalzamento del limite all'utilizzo delle sostanze dopanti o ancora peggio della mancata squalifica sarebbe deleterio per il movimento.
Italia
Nei prossimi giorni si attende il verdetto dalla WADA, quindi l'entità della squalifica. La tappa incriminata risale al 7 settembre in piena Vuelta a Espana, che finì con Vincenzo Nibali al secondo posto, si va quindi incontro ad una possibile riassegnazione del primato della corsa all'italiano.
Lo “squalo dello stretto” ha perso la possibilità di gioire della sua prestazione e di godere di una vittoria che si è meritato vista la stagione da lui compiuta nel 2017. Gli organizzatori del Giro d'Italia che fino a poche settimane fa avevano puntato sulla presenza del 4 volte vincitore del Tour de France si trovano a fare i conti con la sua possibile squalifica, la rinuncia di Vincenzo a prendere parte al via e come se non bastasse dovrà risolvere la difficile situazione creatasi in Israele in particolare a Gerusalemme, luogo di partenza della corsa rosa.