Chi si immaginava alla vigilia della Parigi Roubaix di vedere Silvan Dillier sul podio finale? Il campione svizzero è stato la grande sorpresa della classica sulle pietre, resistendo e dando man forte a Peter Sagan dopo essersi inserito nella fuga partita nei chilometri iniziali. Dillier aveva corso la Roubaix una sola volta in passato, concludendola con un ritiro, ed era stato selezionato dalla AG2R all’ultimo momento tra i gregari di Oliver Naesen, dopo aver recuperato da un infortunio occorsogli alla Strade Bianche.

Dillier: ‘Non pensavo di tornare sul pavé’

La storia di Silvan Dillier e del suo secondo posto alla Parigi Roubaix è davvero incredibile. Il campione svizzero, da quest’anno alla AG2R, non era mai stato tra i grandi protagonisti della stagione di classiche sul pavé. Quest’anno la sua primavera sembrava già compromessa per una caduta avvenuta poco più di un mese fa alla Strade Bianche, tanto da non dover neanche prendere parte alle classiche sul pavé.

“Mi sono rotto un dito alla Strade Bianche e non pensavo di tornare a correre sul pavé in questa stagione” ha rivelato il corridore elvetico al sito ufficiale della Roubaix.

“Sono stato selezionato all’ultimo momento e sono molto contento di essere venuto alla Parigi Roubaix. Mi ero preparato a Gran Canaria con 41 ore di allenamento in una settimana, quindi avevo la base per fare le classiche”, ha aggiunto Dillier.

‘Con Sagan ci siamo rispettati’

Il ruolo di Silvan Dillier in questa Parigi Rubaix doveva essere quello del gregario di Oliver Naesen. Con questo intento il campione svizzero si è inserito nella fuga partita nella prima parte della corsa, con l’obiettivo di fare poi da punto d’appoggio per il suo capitano. Le cose sono poi andate diversamente. Dillier ha sfoderato una prestazione incredibile, resistendo a Peter Sagan quando il fuoriclasse slovacco è tornato tutto solo sul gruppetto di attaccanti.

Il corridore della AG2R ha dato man forte alla fuga trovando energie inimmaginabili, tenendo botta sul pavé e collaborando sull’asfalto per costruirsi un secondo posto da sogno. “Peter Sagan è un angelo e un diavolo nella stessa persona”, ha commentato Dillier al termine della corsa. “Ero contento che lavorasse con me molto bene, ma era come stare con un diavolo, perché è difficile da battere in uno sprint a due. Ci siamo rispettati, ma lui è stato migliore di me nello sprint”, ha spiegato Dillier, dimostrando di non aver sofferto l’ingombrante presenza di Sagan in fuga.

Dillier ha poi ricostruito la volata: “Sono entrato per primo sul velodromo e sono rimasto all’esterno. Abbiamo lanciato lo sprint allo stesso tempo, ma lui ha accelerato con più velocità, non ho avuto la possibilità di batterlo”, ha raccontato il corridore svizzero con una punta d’amarezza nonostante il risultato del tutto insperato. “Sono un po’ deluso, ma ero contro il miglior corridore attuale. Spero di vincere in futuro”, ha concluso Dillier, a cui questo risultato potrebbe aprire una pagina nuova della carriera.