Il decreto APE (Anticipo pensionistico volontario) attualmente è fermo alla Corte dei Conti e al Consiglio di Stato. Doveva partire l’APE, invece sarà rimandato di qualche settimana mentre la legge di bilancio stabiliva la data del 1 maggio come punto di inizio. Il Presidente del Consiglio ha dato conferma solo del decreto per dipendenti particolari (lavori usuranti).
APE: cosa prevede
L’APE, misura solamente temporale che terminerà nel 2018, si distingue in due diverse tipologia: sociale e volontaria. Ad usufruirne i dipendenti pubblici e privati con oltre 63 anni. Entrambe le tipologie forniranno al soggetto richiedente un reddito temporaneo sino all’inizio naturale della pensione.
L’Ape Volontaria è svolta ai lavoratori pubblici, privati ed autonomi. Non sono compresi i liberi professionisti per i quali sono previste le casse professionali. Si tratta di prestito con tassi ridotti e con la cooperazione dello Stato per gli oneri finanziari in merito alla futura Pensioni.
Viene erogato da una banca in 12 tranche mensili, garantito dalla pensione che verrà riscossa alla scadenza naturale. Per accedervi è sufficiente avere 63 anni e 20 di contributi, maturando il diritto alla pensione entro 3 anni e 7 mesi. Per la presentazione della domanda bisogna fornire all’INPS la domanda di certificazione e di pensione.
L’APE Sociale è rivolta invece ad individui in condizioni di disagio e limitata in termini di spesa. I soggetti interessati devono aver compiuto almeno 63 anni (30 di contributi) ed interviene sino al raggiungimento della pensione di vecchiaia. Le modalità dettagliate verranno fornite con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Ultime novità
Il Consiglio di Stato ha sottolineati alcuni rilievi in merito al ritardo con cui è giunta la firma sul decreto.
Un ritardi che rende la data del 1 maggio 2017 come obsoleta per l’avvio della riforma delle pensioni. I precetti dovevano essere varati circa 2 mesi fa per evitare sconvenienti di natura giuridica in merito alle posizioni dei soggetti interessati. Inoltre, una volta ottenuto il parere positivo del Consiglio di Stato, mancano ancora gli accordi con gli istituti di credito che dovranno intervenire in prima istanza. Stesso discorso in merito alle compagnie di assicurazione, le quali svolgeranno un ruolo significativo nel complesso meccanismo dell'APE. Le prossime ore saranno decisive per chiarire la situazione del decreto e capire la tempistica.