Una patente per radiocomandare i droni, dispositivi più o meno piccoli che hanno spopolato tra i regali del Natale appena passato. Nel corso dell’ultimo anno si è infatti tanto discusso, sul web e/o riviste specializzate, di questi velivoli utilizzati ormai in diversi campi: in geologia per il controllo dei terreni a rischio e spesso in seguito a calamità naturali; per la perlustrazione di aree nelle quali sono avvenute sparizioni di persone; per scopi militari o semplicemente per fare riprese a scopo turistico e propagandistico.
I droni su Amazon
Nel novembre del 2015 si è poi diffusa la comunicazione da parte di Amazon relativa allo sviluppo di un drone dal nome Prime Air che in un futuro non troppo lontano verrà adoperato per le consegne degli ordini via aerea abbreviandone così i tempi ed incrementandone la sicurezza. Si tratterebbe di un apparecchio che riporta i colori arancione/bianco/azzurro abbinati al logo dell’azienda americana, dal peso di circa venticinque chilogrammi ed in grado di coprire distanze superiori ai quindici chilometri. Un progetto ambizioso dal sapere fantascientifico ma non troppo. Se la cosa vi incuriosisce è sufficiente ricercare su Google ‘Amazon Prime Air’ per scoprire che vi è già una pagina web dedicata con tanto di video che riprendono i collaudi del futuro drone che presto potrebbe consegnare i nostri pacchi senza passare per corrieri e fattorini.
Al CES 2016 è stato invece presentato Ehang 184, il primo drone in grado di trasportare una persona: una sorta di taxi personale che con comodità può trasportarci dove desideriamo. Sarà sufficiente un tablet Microsoft Surface per inviare al drone le coordinate del luogo da raggiungere. Ma si sa, ormai il Consumer Electronics Show di Las Vegas ci ha abituati a grandi cose.
Per i comuni mortali è possibile invece pilotare piccoli droni acquistabili sul web ormai a pochissimi euro, spesso made in China. Non si tratta certamente dei modelli futuristici che possiamo incontrare nelle fiere dell’elettronica sparse per il mondo ma si tratta di un’occasione per immettersi nel mondo dei droni e così comprendere se l’amore per questi possa essere duraturo o inesorabilmente effimero.
Una volta acquisite le prime tecniche per non far schiantare il vostro drone, ecco che potete buttarvi sull’acquisto di qualche accessorio più impegnativo come la videocamera. Non è necessario possedere droni di dimensioni enormi per poterne montare una: basti pensare che, recentemente, si è parlato del drone più piccolo al mondo dotato di videocamera: il suo nome è Skye (dall’unione dei lemmi inglesi sky – cielo e eye – occhio), misura 4.0 x 4.0 x 2.2 e pesa solamente 14 grammi. Pare che la risoluzione della videocamera non sia delle migliori ma per i dilettanti è più che sufficiente. La presenza della videocamera e l’utilizzo in spazi aperti ha però riaperto la questione della privacy e della cyber security (nel momento in cui i video verrebbero diffusi nel web), tanto da portare l’ENAC a redigere un vero e proprio regolamento per droni.
Il regolamento ENAC
Il regolamento contiene tutte le norme, ancora in fase di discussione e divise per categorie, “applicabili all’impiego degli aeromodelli, per l’uso dello spazio aereo e a garanzia della sicurezza di cose e persone al suolo e degli altri mezzi aerei”. E, come per ogni regolamento ,vi sono anche delle sensazioni per chi non lo rispetta. La Polizia di Stato è stata così dotata dal Ministero dell’Interno di vademecum per aiutare gli agenti a valutare le infrazioni dei piloti di aeromobili a pilotaggio remoto. Chissà che tutto ciò non porti realmente all’obbligo di patente per il pilotaggio di droni. Se vuoi rimanere aggiornato su questo ed altri argomenti, clicca sul tasto "Segui" vicino al nome ad inizio articolo, e condividi o commenta la news sui vari social network.